Ultima modifica 15 Ottobre 2019

Il 19 settembre è stata presentata la stagione 2019/20 del Teatro Brancaccino.

Stagione 2019-20 Brancaccino

Prosegue la strada intrapresa da qualche anno di alternare testi classici e drammaturgia contemporanea, grazie al successo riscosso e alla risposta entusiasta del pubblico.

Il titolo della stagione è “Lo spazio del racconto”, perché l’intimità è il valore aggiunto del Brancaccino.

Il pubblico può immedesimarsi nell’opera e vivere da vicino il lavoro degli interpreti. La formula prevede di esplorare sia le proposte di autori prestigiosi e grandi attori, sia di giovani autori e interpreti, alla ricerca di un luogo dove poter incontrare il pubblico “da vicino”.

Uno dei temi della stagione 2019/20 del Teatro Brancaccino sono i grandi autori.

Il primo grande autore in programma è Dario Fo, che apre la stagione con Mistero Buffo, il 10 ottobre. Il testo è rivisitato da Ugo Dighero, una produzione del Teatro Nazionale di Genova.

Sempre ad ottobre andrà in scena Paura d’amare, di Terence McNally, diretto da Giulio Manfredonia e interpretato da Maria Rosaria Russo e Massimiliano Vado.

Andrà in scena a dicembre Anna Cappelli, di Annibale Rucello, interpretato da Anna Mazzantini, per la regia di Giancarlo Fares.

A dicembre andrà in scena anche After ten end, di Dennis Kelly, con Miriam Galanti e Federico Rosati, con la regia di Marco Simon Puccioni. 

Un altro grande classico in scena da oltre vent’anni è Shakespear Re di Napoli, di Ruggero Cappuccio, con Claudio Di Palma e Ciro Damiano.

Ad aprile sarà in scena Primo amore, di Samuel Beckett, diretto da Giuseppe Marini e interpretato da Salvo Germano.

La stagione 2019/20 del Teatro Brancaccino alterna generi diversi, dramma e commedia, “alto” e “basso”, perché la vera arte non fa distinzione tra commedia e dramma.  In questo ambito si passeranno il testimone:

Edipo…. Seh!  Di e con Andrea Tidona diretto da Carla Cassola, uno scherzo colto su uno dei più grandi noti testi della drammaturgia classica.

Bolle di Sapone, del giovane Lorenzo Collalti, con Daniele Paoloni e Grazia Capraro, che cerca la possibile poesia nei rapporti alienati che la società ci concede.

Mi inviti a nozze, di Valerio Groppa, diretto da Siddharta Prestinari, una brillante commedia sull’amore con Ketty Rosselli e Alberto Bognanni.

Il mio nome è Caino, di Claudio Fava, con Ninni Bruschetta e la regia di Laura Giacobbe, un ritratto estremo, intenso e spietato, di un killer di mafia.

Le lettere a Theo, una rilettura di Blas Boca Rey delle lettere che Vincent Van Gogh scrisse al fratello, una straziante presa di coscienza dell’essere diverso dell’artista.

Nel mezzo del casin  di nostra vita, di e con Maurizio Lastico, grande sperimentatore del linguaggio.

Il sole in tasca, diretto da Giacomo Ciarrapico, scritto dallo stesso Ciarrapico insieme ai tre interpreti  Tomas Leardini, Marcello Mocchi e Daniele Pitari, uno spettacolo basato su una comicità surreale, ricco di poesia.

Chiude la stagione Due soli al comando, di Gianni Clementi, con Camillo Grassi e la regia di Massimo Venturiello. Una riflessione sul ruolo del gregario, l’eterno secondo.

Grande spazio anche alle storie di donne, reali e immaginarie, forti e coraggiose anche se spesso perdenti, costrette a confrontarsi con un mondo costruito su parametri che non fanno parte della loro natura, ma che hanno comunque lasciato la loro traccia.

Va in scena a ottobre Lady Macbeth. Scene da un matrimonio, di Michele De Vita Conti, con Maria Alberta Navello. L’esplorazione di uno dei personaggi o più noti di Shakespeare, che rivive la sua storia d’amore e la analizza in modo crudele, compendo più che un’analisi, quasi un’autopsia del matrimonio.

La principessa Diana e la palpebra di Dio, di Cesare Catà, con Paola Giorgi e la regia di Luigi Moretti, ritratto fiabesco e psicologico di Lady Diana Spencer, una delle figure più popolari e amate, ma anche controverse del Novecento. Un monologo in cui l’immagine della principessa si sovrappone a quella di alcune eroine della mitologia classica, Medea, Arianna, Antigone e Artemide è il testo si interseca con estratti da Euripide, Ovidio, Sofocle, Seneca.

Isabel Green, di Emanuele Andovrandi, con Maria Pilar Perez Aspa e la regia di Serena Sinigaglia, esplora il rapporto di una donna con il successo, raccontando la reazione inaspettata di un’attrice al ricevere il tanto desiderato Oscar. Una riflessione sulla “società della stanchezza”, sull’essere in eterna prestazione, in cui tutto il tempo diventa produttivo.

Lezione da Sarah, interpretato da Galatea Ranzi e Martina Galletta con la regia di Ferdinando Ceriani. Tratto dalle memorie della grande Sarah Bernhardt, Un testo dedicato alla fatica e alla passione degli attori, alla ricerca della irrealizzabile perfezione.

Ancora una donna è la protagonista di Pietà di Fabrizio Sinisi, uno degli autori più interessanti della drammaturgia italiana contemporanea. Con la regia di Alessandro Machia, con Alessandra Fallucchi. Ritratto di una donna delusa dal suo uomo che cerca di trovare le radici della sua femminilità nel rapporto con il figlio, con esito tragico. Un monologo poetico e straziante.

Donne che amano troppo come Dora Maar, la Schiava di Picasso. Blas Roca Rey dirige Monica Rogledi, accompagnata dalla voce intensa di Rossana Casale.

Una donna, bellissima, indipendente e creativa, un’artista, stritolata per amore dalla vanità e dalla crudeltà del più grande pittore el Novecento.

Un ritratto di donna straziante, da non dimenticare, è quello dell’ Angelo di Kobane, di Henry Nailor, con Anna Della Rosa e la regia di Simone Toni, storia vera di Rohana, una ragazza curda che sogna di fare l’avvocato e che si ritroverà a combattere contro l’Isis.

Trovate a questo link la stagione completa.

Il Teatro Brancaccino si trova in via Mecenate 2, al secondo piano.

La Stagione 2019-20 del Teatro Brancaccio.

Paola Infanti 51 anni, romana, una lavoro, un marito, una figlia, e poco tempo libero. Cintura nera di shopping. Amo l'arte, il cinema, i viaggi, il vino e il buon cibo.

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