Ultima modifica 20 Aprile 2015

Questa volta tocca a quella parte di Emilia racchiusa tra le province di Modena e di Ferrara, ai piccoli paesi della bassa padana, più che alla grande città.

Si forse qualche problema al duomo di Modena, alle torri del castello proprio nel centro di Ferrara, ma il patrimonio dei secoli passati è crollato.

I muri delle chiese, le torri, i campanili, le case di un tempo, tutto lesionato, tutto crollato, più o meno parzialmente.

Le case hanno retto. Sembra, per ora, che abbiano subito “solo” piccole lesioni, che siano tutt’ora abitabili ma…

Le scosse si succedono oramai da giorni e, soprattutto, da notti e se di giorno la luce rende le cose un po’ più facili, di notte, con il buio, il sonno, tutto è più pauroso.

È impensabile tornare a dormire nelle case, con il timore di una scossa, che ci svegli, che torni a farci fuggire il più velocemente possibile, in vestaglia e pantofole, con i bimbi urlanti, con i più vecchi lenti ed impacciati, incapaci di correre via.

E a coronare il tutto “piove”, una pioggia battente, insistente, fina fina che tutto bagna e ingrigisce,  e rende quasi impossibile la vita, già difficilissima, degli abitanti.

Prima si parlava di 2000 e poi sono diventati 3500 ora 5000 gli sfollati che, accolti nei rifugi approntati dalla protezione civile, non sanno che fare, non possono far nulla se non accudire i piccoli e i vecchi, e sperare.

Sperare che la terra cessi di tremare, che i vigili del fuoco accertino le condizioni delle loro case e, sebbene esitanti, sono pronti a rientrarvi.

Ma non basta poter rientrare nelle loro case perché sono crollati anche i capannoni, questi non antichi, di molte delle fabbriche che insistono su questo territorio. Fabbriche di laterizi, di ceramiche e di formaggi.

È qui che ci sono stati i morti, tra gli operai sorpresi dal terremoto durante il loro turno di notte.

È qui che dovrà essere trovato il perché dei crolli, il perché di costruzioni insicure, finalmente per imparare, per porre, speriamo, un rimedio anche altrove.

Se è difficile e dispendiosissimo provvedere alla messa in sicurezza dei nostri monumenti storici, dei campanili, delle torri, dei palazzi antichi che costellano il nostro magnifico territorio è criminale non costruire luoghi di lavoro o case a prova di terremoto, cioè il più antisismiche possibile, certo la sicurezza assoluta non ce la darà mai nessuno, però tutto si deve fare per provare ad impedire i morti, certo che è incredibile il crollo di capannoni lunghi e bassi, come erano stati costruiti? Chi ha fatto i collaudi?

Sono domande a cui gli organi preposti devono dare una risposta, non a noi, ma a quei morti e alle loro famiglie.

 

Nonna Lì

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

1 COMMENT

  1. Concordo appieno con tutto quanto hai scritto, nel nostro paese (10.000 anime in provincia di Padova) le scuole non sono a norma e piene di crepe. La scuola elementare (400 bambini) vibra da tempo e la scuola media (300 ragazzi) non sta meglio.
    Stamattina alle 9 un’altra scossa, forte anche da noi, mi sono spaventata, tanto, sono corsa a scuola: nella classe di mio figlio si sono aperte altre crepe e io l’ho portato a casa.
    E domani? Abbiamo paura e vorremmo tanto che qualcuno rispondesse, che chi deve si prenda le sue responsabilità.

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