Ultima modifica 14 Ottobre 2019
Due ragazze lesbiche degli Stati Uniti han fatto causa alla banca del seme del Midwest perché a causa di un errore di combinazione genetica la bimba che volevano e che ovviamente è stata concepita in provetta è nata afroamericana. Hanno chiesto pure un ingente indennizzo. Del resto la volevano bionda…..
Ognuno la pensi come vuole.
Io sostengo da sempre le unioni gay però sono rimasta turbata da questa notizia.
Questa bambina non ha chiesto di venire al mondo, è stata programmata in laboratorio come un I-phone, un farmaco o un qualsiasi oggetto che uno si sceglie meticolosamente quando desidera qualcosa.
Della serie ” già che spendo compro almeno quello che mi piace”.
Peccato che l’oggetto in questione sia fatto di sentimenti, cuore, cervello, emozioni.
Che colpa ne ha se qualcuno ha scelto per lei?
La bimba è sanissima, ma non ha gli occhi azzurri e i capelli biondi come si aspettavano le due genitrici.
La mia polemica non riguarda le coppie gay che magari sono molto meglio di alcune coppie etero, riguarda il fatto che non si può giocare con la vita di una persona in questo modo.
Vorrei davvero sapere come crescerà questa bimba che non si sentirà accettata perché “caffellatte” per errore umano.
La polemica va avanti dal 2014 quando una delle due donne è comparsa in diversi show televisivi per sostenere la sua causa. Di fatto lei ha sempre affermato di non avere problemi a tenere la bambina, la sua unica paura è che possa crescere emarginata. Per il fatto che è afroamericana?
Non so, ma qualche cosa non mi torna. In ogni caso il giudice ha dichiarato che il fatto non sussiste dato che la bimba è sana. E ora la coppia, se vorrà potrà chiedere i danni per negligenza.
Comunque, bigotti o meno, non potete adottare i bambini piuttosto che produrne altri in laboratorio?
scusami Elisa ma il percorso adottivo è completamente differente dalla maternità medicalmente assistita benché porti ai medesimi risultati cioè di avere un bambino. non tutti sono adeguati per diventare genitori adottivi, ci si rapporta con bambini nati “da altra” e spesso non neonati ma bimbi con un bagaglio e vissuto non proprio facili per loro e per noi. ci vuole testa e cuore ben preparati per percorrere la strada dell’adozione perché non porterà solo un bel bambino ma “bimbo con valigina piena di possibili/probabili difficoltà”. ripeto, una strada non percorribile da tutti. Forse le due persone in questione non erano proprio adatte per l’adozione, al di là del fatto di essere coppia omogenitoriale. Da mamma adottiva sono invece fermamente convinta che sia fondamentale provare a fare un “figlio di pancia” prima di imboccare la strada dell’adozione proprio perché la consapevolezza e la preparazione che necessita una coppia per “accompagnare” un figlio di altri deve essere altissima, con fortissime radici personali e una spinta emotiva grande che comprende anche l’incapacità a generare. devi insomma essere così fortemente convinto di voler essere genitore da non farti spaventare da nulla. e se queste due mamme si sono fatte spaventare dalla possibilità di emarginazione a causa del colore della figlia, a mio avviso, non avrebbero avuto la necessaria forza che serve per rimanere impassibili alle altre mille ragioni di discriminazione che i ragazzi adottivi subiscono costantemente. adozione non significa avere un figlio ma essere disposti a diventare genitori al di là di ogni cosa.
Sono pienamente d’accordo con te.
Non sono stata lì a specificare le ragioni che tu hai egregiamente spiegato perché anche noi abbiamo bambini ormai ragazzi adottati in famiglia e non volevo essere troppo di parte.
Un abbraccio e tantissimi auguri!!!