Ultima modifica 10 Novembre 2015
Napoleone Ferrara è uno scienziato italiano, che nei laboratori della California della Genentech individua un principio che blocca il fattore della crescita dei vasi sanguigni.
Roche e Novartis, le due grandi società farmaceutiche, producono un farmaco con questo principio attivo, Avastin e Lucentis.
Avastin serve, senza però portare risultati, per la cura di alcuni tumori molti gravi, mentre Lucentis per guarire dalla degenerazione maculare senile, malattia che conduce alla cecità.
Solo che una dose di Avastin costa tra i 15 e gli 80 euro, Lucentis più di 900 euro a dose.
E i due colossi mondiali del farmaco, si sono messi d’accordo per dividersi i miliardi dalla vendita di due farmaci.
La Roche non registra il farmaco per la cura della malattia agli occhi e incassa le royalties dalla Novartis per il Lucentis. E, siccome Novartis controlla oltre il 33% del capitale di Roche, incassa la propria quota di utili, oltre ai proventi delle vendite.
Per il servizio sanitario nazionale questo ha significato, per il solo 2012, una maggiore spesa di 45 milioni di euro. La Regione Emilia Romagna ha calcolato che, con il costo sostenuto per acquistare dosi di Lucentis, avrebbe potuto assumere 69 medici, oppure 155 infermieri, oppure 193 ausiliari, o, infine, effettuare 243.183 visite specialistiche.
L’Antitrust italiano li ha sanzionati con una multa di 180 milioni di euro.
L’Agenzia italiana del farmaco definisce, invece, storica la decisione dell’Antitrust: «Si tratta di una sentenza storica per tutta l’Europa e, non solo, perchè che getta luce su un problema globale, che ha costretto l’EMA e tutte le Agenzie europee ad approfondire i rischi connessi all’uso off-label su larga scala di farmaci non studiati per specifiche indicazioni terapeutiche e per i quali la farmacovigilanza si è dimostrata carente».
Novartis “respinge in maniera decisa le accuse relative a pratiche anti-concorrenziali messe in atto assieme alla Roche in Italia” e annuncia la presentazione del ricorso in appello dinanzi al Tar contro la decisione dell’Antitrust di sanzionare l’azienda con una multa da 92 milioni di euro. Anche Roche “respinge con fermezza” le conclusioni del procedimento condotto dal Garante, affermando in un comunicato che «le accuse sono prive di qualsiasi fondamento» e che «ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni».