Ultima modifica 2 Settembre 2016
Arriva un momento nella vita di un bambino in cui il passeggino non piace più, non lo vorrebbe più usare e lo vive come una sorta di “costrizione”.
Non credo esista un’età precisa in cui questo momento si sviluppa perché, secondo me, coincide con la voglia di una sempre maggiore autonomia che inizia a svilupparsi nel momento in cui i bambini imparano a camminare e questa “conquista” non ha una data precisa.
Il fatto di voler sentirsi autonomo anche quando si esce di casa diventa un problema soprattutto per l’adulto che accompagna il bambino in giro, perché non solo i tempi di uscita di allungano molto, ma anche la fatica cresce perché spesso il bambino va preso in braccio, perché ovviamente i tratti di strada che è in grado di fare in completa autonomia sono ben pochi, senza contare le continue cadute o le “fermate” in tutti i posti che lui reputa essere interessanti!
Visto che mia figlia ha una passione sfrenata per il pane io cerco di guadagnare un po’ di tempo portandomi sempre in giro un po’ di pane o dei grissini che mi servono come arma per rimetterla nel passeggino dopo un tragitto di libertà.
Però, siccome i bambini sono quasi più furbi di noi adulti, questa è una mossa che non sempre funziona, o meglio funziona solo se lei è veramente stanca o affamata.
Un altro stratagemma potrebbe essere quello di portare in giro anche il suo giochino preferito ma, almeno nel mio caso, questo metodo funziona solo per pochi minuti perché in men che non si dica il suddetto giochino finisce per terra e lei comincia lo stesso a dimenarsi per cercare di scendere dal passeggino e vivere la sua “autonomia”.
Un metodo invece che nel mio caso sta funzionando è quello di uscire in compagnia della sorella e possibilmente della bicicletta di quest’ultima perché allora la resistenza sul passeggino aumenta probabilmente perché si distrae nel vedere quello che fa la sorella.
Se ben ricordo questa è una fase nella vita di un bambino, che mi auguro passi in fretta, perché a volte mi passa la voglia di uscire proprio perché tutto diventa più “impegnativo”.
Laura Zampella