Ultima modifica 6 Novembre 2015
Le riconosci subito, dalle dimensioni e dalla magia che avviene ogniqualvolta qualcuno, infilando le mani, riesce a tirar su l’inverosimile. C’è sempre di tutto nelle borse delle mamme, dai fazzoletti asciuga-lacrime al giochino salva-mamma, alla penna colorata, al pacco di crackers, alla bottiglietta dell’acqua, qualche caramella appiccicosa, e la lista non finisce qui.
Se ripenso alle mie borse prima di diventare mamma, impallidisco alle micro-dimensioni e all’esiguo numero di oggetti contenuti. Diciamo che la realtà attuale è totalmente opposta e le borse-valigie hanno preso il posto delle micro-borsette. Entrare nella mia borsa mammesca è un’impresa di cui bisogna essere consapevoli, perché difficilmente si può tornare indietro. Infatti per barcamenarsi tra le innumerevoli risorse salvamamma dove io e ribadisco solo io, riesco ad individuare in un disordine caotico, gli oggetti che possono servirmi, non basta un navigatore satellitare, bisogna avere fantasia e tanta pazienza. In fondo nella mia borsa c’è il mio modo di essere mamma dove accanto a pezzi di Lego convive la mia gigantesca agenda di lavoro, e le salviette umidificate dividono i loro spazi con 2 cellulari rumorosi, le gallette di riso o un panino smangiucchiato, un confezione di succo, e la mia piccola pochette restaura-mamma hanno stretto un patto di reciproco rispetto. E non manca un libro di psicologia abbracciato a un libro di favole del secondogenito, e la lista potrebbe continuare per ore (ma quanti oggetti vivono nella mia borsa?). Strano veder coesistere le mie innumerevoli sfaccettature di donna e mamma che lavora fuori casa in un armonico caos che mi fa star bene, perché la mia borsa racconta di me. Non vi nascondo che quando la giornata lavorativa si fa dura, tenere tra le mani un pezzo di Lego dei miei bambinimi riporta una serenità interiore che profuma di “casa”, sotto gli occhi ormai, poco stupiti, dei miei pazienti che sorridono.
E sorrido anch’io, segretamente, quando incontro micro-borse, mentre orgogliosa trascino la mia borsa-valigia mammesca, perché i figli trasformano anche le donne più resistenti, come me.
Cecilia Gioia di MammacheMamme