Ultima modifica 24 Agosto 2020
Le esigenze delle mamme sono variegate ed infinite, come una di quelle mazzette in cartoncino che vi porta il decoratore per farvi scegliere le tinte da dare ai muri di casa.
Parlo di esigenze a tutto tondo, legate al modo in cui si sceglie di essere mamma, donna e individuo che, in quanto tale, costruisce un proprio ruolo, in famiglia, nel mondo del lavoro, nella società.
Senza dubbio, volendo schematizzare, le esigenze delle mamme si definiscono, per la maggior parte, sul ring della vita quotidiana, sul quale ogni donna deve cercare di restare in piedi, facendo quadrare la gestione dei figli, il lavoro, le faccende domestiche e le relazioni sociali.
Ognuna, nel momento in cui diventa mamma, si trova a dover combattere con avversari diversi ed a poter contare su personali assi nella manica: decidere quali colpi incassare e quali sferzare senza pietà significa definire una strategia che sarà diversa per ognuna.
Penso spesso a quanto sarebbe bello un modo in cui, ogni mamma, possa decidere, senza troppe rinunce, quanto tempo dedicare a se stessa, alla famiglia e al lavoro.
Così, proprio pochi giorni fa, ho scritto la mia ricetta “Semplificare la vita delle mamme”, pensando a quelle donne che non vogliono o non possono rinunciare al lavoro, ma che, una volta diventate mamme, con l’aiuto di un nonno disponibile, possono andare a lavorare un po’ più serenamente.
Come tutte le ricette, però, anche la mia deve prevedere delle varianti che la adattino alle più svariate esigenze delle mamme, senza però cambiarne il risultato finale.
Io, in cucina, sono una specialista delle varianti!
Quante volte mi è capitato di voler fare una torta senza avere il burro in frigo o di voler preparare un Bunet senza gli odiati amaretti!
Così, allo stesso modo, una mamma può non trovare nonni disponibili in dispensa, oppure averne ma non volerli includere nella ricetta. Un’altra mamma, poi, può decidere che l’ingrediente principale della sua specialità non debba essere il lavoro ma la famiglia, un’altra ancora, magari, desidera solo una spolveratina di lavoro per sentire quel leggero gusto di uno stipendio e di un’affermazione personale.
Così, questa volta, sul Blu Tornato sono salita io! Da lassù, ho visto la vastità del CA…leidoscopio di colori e forme che caratterizza le esigenze delle mamme, e, nei pochi secondi di fulminante discesa, ho pensato che tutte avrebbero diritto alla loro ricetta di semplificazione, per poter essere il tipo di mamma e di donna che desiderano.
Una volta a terra, purtroppo, ho visto gli occhi di tante donne che non trovano la propria dimensione perchè intrappolate in un sistema che chiede loro di essere solo bianche o solo nere: solo lavoro, rinunciando a gran parte del tempo da passare coi figli o solo mamma, rinunciando, in toto, ai vantaggi del lavoro.
Naturalmente, scrivere una ricetta per ogni “RAL mamma” sarebbe impensabile ma, almeno una per ogni colore primario è doverosa, con la promessa di poter fare dei mix, ottenendo così un arcobaleno di sfumature!
Considerando che la ricetta base, quella di colore blu, soddisfa, in qualche modo, le esigenze delle mamme che desiderano lavorare a tempo pieno, affidando i figli ai nonni o al nido, non resta che pensare alle mamme che non condividono questo desiderio.
Esigenze delle mamme: colore giallo
Sono le esigenze quotidiane di quelle mamme che decidono di volersi occupare in toto dell’educazione dei propri figli senza perdersi le gioie dell’essere mamma.
Il limite più grande di questa scelta è di tipo economico, in quanto, dedicarsi ai figli al 100% significa rinunciare non solo ad un’affermazione professionale ma anche ad uno stipendio che, guarda caso, quando si hanno figli, può essere molto utile.
Esigenze delle mamme: colore rosso
Ecco qui l’animale mitologico: la mamma mezza impiegata e mezza “stay at home mum”. Questo genere di mamma, vuole essere presente coi figli ma desidera, al contempo, ritagliarsi uno spazio in cui dare sfogo al proprio talento e in cui sentirsi indipendente economicamente. Questa è, forse, la categoria più cospicua che vede nel part time la panacea di tutti i mali.
Cosa possiamo chiedere
Ho provato a pensare a quali siano i principali ostacoli che una donna incontra nel suo intento di realizzare se stessa ed ho capito che questi sono sintetizzabili nella mancanza di soldi, che obbliga chi vorrebbe stare coi figli a desiderare un lavoro, e nella mancanza di tempo, che affligge chi di lavoro ne ha troppo.
In sostanza, il problema è che mancano le sfumature tra il tutto e il niente, tra il bianco e il nero.
Intanto, la prima cosa da fare sarebbe quella di incentivare le aziende ad assumere lavoratrici part time (possibilmente al mattino), magari con sgravi fiscali a loro favore.
Poi, avrei pensato, per ovviare al problema dello stipendio, che bisognerebbe cominciare ad instillare nelle coscienze pubbliche la consapevolezza di quanto valga il lavoro di una mamma che si dedica del tutto o in parte ai propri figli.
In realtà, questo valore è incalcolabile, come ben sappiamo, ma vogliamo pensare ad un forfait simbolico, per quanto irrisorio?
Ok, io voglio essere avara e dico 5 euro l’ora, importo che chiamerò, fin d’ora, “gettone mamma”
A questo punto, stabilito che una donna che lavora sta fuori casa circa otto ore al giorno, possiamo stabilire che siano proprio otto le ore retribuite a cui, una donna che sceglie di non lavorare, rinuncia.
In questo modo, mentre una mamma che lavora a tempo pieno percepirà il suo stipendio normale, le altre percepiranno 5 euro per ognuna delle otto ore di lavoro esterno a cui rinunciano.
Lavori 4 ore? Hai diritto a 20 euro al giorno, oltre allo stipendio che ti versa il tuo datore di lavoro.
Hai deciso di dedicarti esclusivamente alla tua famiglia? Ti spettano 40 euro al giorno, che equivalgono ad uno stipendio mensile di circa 800 euro.
Le mamme lavoratrici full time avranno, di sicuro, da obiettare che anche loro smaltiscono del lavoro famigliare, quando rientrano ma, se non possono provare di essere in due posti diversi contemporaneamente, non potranno avanzare pretese.
A cosa potremmo rinunciare
Quando allaccerò la cintura del Blu Tornato al Ministro Giuliano Poletti e inizierò a parlargli della mia proposta, dovrò trovare il modo di convincerlo.
Insomma, ragazze, a qualcosa bisogna pur rinunciare. Io dico che la condizione per avere diritto al “gettone mamma” potrebbe essere quella di non poter usufruire di alcune “agevolazioni” nate per consentire alle mamme di lavorare, come, per esempio, il nido comunale e il tempo pieno a scuola.
Credo che, se una mamma decide di occuparsi dei propri figli possa andare a prenderli a scuola prima di pranzo e dedicare loro tutto il pomeriggio, seguendoli nei compiti, nello sport e nei ritrovi tra amichetti.
Questa rinuncia, oltre a ridurre il rischio di incentivare il lavoro nero (siamo italiani!), genererebbe un risparmio proveniente dal settore scuola che si potrebbe investire totalmente in “gettoni mamma”.
Hey, Polly, la vedi anche tu la vastità del CA…leidoscopio di colori e forme che caratterizza le esigenze delle mamme? Ti prego, smettiamo di coprirla con quella mano di grigio topo che meglio si addice agli ospedali.
Tieniti forte, andiamo a colorare!