Ultima modifica 20 Giugno 2019
Avevo deciso di saltare questa storia e di non scriverci niente sopra, non meritava neanche il mio tempo commentare le affermazioni di un figlio di papà assai più fortunato di molti suoi coetanei.
Ma la lettera di questa ventinovenne ‘fannullona’ o choosy come preferite, mi ha dato la carica giusta per poter fare qualche osservazione sul linguaggio e sulla comunicazione che oggi ha dimenticato alcune regole basilari. O forse è solo questione di memoria assai corta?
In un editoriale, letto qualche giorno fa, Scalfari commenta le affermazioni di Umberto Eco che sostiene che la rete è uno stimolo per i giovani. Secondo Scalfari invece la tecnologia della memoria artificiale è l’origine dell’appiattimento sul presente. In poche parole per il direttore, internet è la causa principale dell’ignoranza di oggi.
Nel mirino c’è proprio il concetto di ‘memoria‘. La rete rendendo tutto più facile, ogni tipo di informazione a portata di clic, non aiuta la nostra capacità a “ricordare”, non siamo più abituati ad allenare la ‘memoria‘.
Ecco che poi assistiamo a delle figuracce dei giovani di oggi che non sanno dare risposte ovvie per il solo fatto di escludere le più assurde ad un quiz televisivo!
Voglio fare un passo oltre, la memoria non solo come ricordo di fatti conosciuti, studiati, ma memoriale di ciò che si è vissuto, o in prima persona o direttamente da chi ha contribuito a farci arrivare dove siamo.
E qui inserisco anche il giovane John Elkann che nel momento in cui, come lui ha cercato di rettificare, avrebbe voluto, con le sue assurde affermazioni, essere da stimolo ai giovani (le parole sono importanti porca paletta), ha toppato alla grande scordando da dove lui sia venuto, chi ha avuto alle sue spalle e da quale famiglia provenisse.
Voglio credere alla buona fede del giovane rampollo, ma questo conferma la superficialità con cui si affrontano certe problematiche, con una semplificazione che fa male alla verità e alla profondità che meriterebbero.
Le parole, siano esse scritte o predicate richiedono responsabilità. Non sono pietre da lanciare a caso!
La superficialità sta diventando metodo! Il bisogno di ‘leggerezza’ che si avverte oggi più che mai, non deve coincidere con la rinuncia alla nostra intelligenza e al nostro ‘sentire’ interiore e alla nostra capacità empatica. Vivere guardando solo la ‘superficie’ delle cose ci rende insensibili.
E poi smettiamola di nasconderci dietro ai giovani di oggi puntando il dito contro di loro per ogni motivo, è solo colpa nostra dove siamo arrivati e la pesante eredità che stiamo lasciando a questa nuova generazione è una nostra responsabilità.
Ecco, non mi sembra ci sia da aggiungere altro se non il fatto che le cose cambiano rapide in questi tormentati tempi, e se già noi fatichiamo a stare al passo non dobbiamo per questo motivo incolpare chi, almeno per motivi anagrafici, non può averne responsabilità alcuna.
Buon fine settimana a tutti.
Paola Bianconi