Ultima modifica 9 Maggio 2019

Per le interviste del lunedì oggi sono scesa sul campo e ho deciso di raccontarvi una libreria, la Bufò di Torino, per l’esattezza.

Creata da Marta e Alessandro certo non semplicemente con un sogno campato per aria, ma con cognizione di causa e grandi sacrifici.

Ho deciso, però di fare a Marta altre domande, perché, ormai lo sapete, a me interessa il rapporto coi libri e qualche suggerimento per voi mamme appassionate!
E chi meglio di Marta, che ha una passione incredibile, e soprattutto vi invito a iscrivervi alla newsletter perché dà consigli veramente ottimi!

Bufò, è in via Monginevro 187/A. Telefono 011 264 4603

Soprattutto, se siete di Torino è d’obbligo andare a farle una visita e vedrete che non ve ne pentirete!

Sapete come l’ho conosciuta? Ero a Torino per poche ore … mentre i bambini giocavano al parco ho sentito una voce dentro: trova una libreria.
Si dà il caso che cercassi un libro fuori catalogo e Marta ce l’avesse! Potevo non correre?

bufò

1. Al di là di cosa serve per aprire una libreria (vi invito se vi interessa a leggere qui) qual è il compito di una libraia “di nicchia” in un paese o quartiere?

Io sono convinta che anche nel paese più sperduto o nel quartiere più periferico si possa e si debba lavorare su una proposta molto selettiva e di qualità. Le persone si meritano la bellezza e questa ha diverse forme: un ambiente curato e accogliente dove poter sostare con calma, una persona che ti guida nella scelta e ti dedica del tempo, una scelta di libri e giochi che siano in linea con la filosofia di pensieri che stai cercando di proporre.

Il cliente deve percepire una profonda unità tra la tua persona e quello che vendi.

La passione mista alla competenza che si forma attraverso l’aggiornamento e il confronto continuo sono requisiti indispensabili che possono fare la differenza.

2. Fate un lavoro fantastico non solo in quanto a qualità dei prodotti che vendete (libri e anche giocattoli), ma anche per quanto riguarda il vostro sito che è curatissimo e la newsletter con le proposte di lettura.
Quanto lavoro c’é dietro. Ma ne vale la pena. Ci vuoi raccontare?

Il lavoro dietro la comunicazione è tantissimo e, volutamente, lo gestisco da sola. Ho imparato attraverso alcuni corsi e la pratica sul campo quanto possa essere utile e al tempo stesso piacevole raccontare la vita di una libreria e le storie che la attraversano ogni giorno.

Ho voluto dal principio un sito ben fatto e mi sono affidata a professioniste molto competenti. Ne è valsa la pena perché mi capita sovente di essere raggiunta tramite una semplice ricerca su google.
Questo vuol dire che il lavoro sul posizionamento e sui contenuti che cerco sempre di aggiornare con una certa regolarità funziona.

Al momento Facebook è il mio canale di promozione più utilizzato e ci tengo moltissimo: pubblico post quotidianamente, spesso lasciandomi ispirare da cosa succede in libreria o raccontando le emozioni o le sensazioni trasmesse da un libro.

Le persone penso che apprezzino perché vedono l’anima che c’è dietro e possono respirare la mia stessa passione.

3. Da cosa nasce il nome Bufò?

Bufò nasce da un gioco di parole. Quando ero incinta, chiamavo Ufo (ovvero oggetto volante non identificato) l’esserino che cresceva nella mia pancia. Nel momento in cui ho deciso di aprire la libreria, ho dedicato molto tempo alla scelta del nome.
Volevo continuare a usare la parole Ufo e ho pensato di aggiungere la B come Bambini, Books.
Cercavo un nome corto, orecchiabile e facile da ricordare per cui l’accento mi sembra ci stesse bene. Nello stesso tempo gli ho dato una forma.
Quando racconto Bufò ai bambini dico che è un alieno verde con delle buffe antenne, appassionato di storie che beve succo d’inchiostro e ama sgranocchiare i tasti della macchina da scrivere.

Bufò

4. Le piccole librerie hanno come concorrenti la grande distribuzione. Qual è la vostra forza?

Per quanto riguarda le librerie per bambini penso che la concorrenza sia meno forte rispetto ai libri per adulti.

Difficilmente nelle realtà di catena si trovano albi illustrati della piccola e media editoria o, se presenti, non hanno la stessa visibilità che possono ricevere in una libreria specializzata.

A questo si aggiunge il fatto che un pubblico attento ed educato può arrivare a rinunciare allo sconto, spesso offerto altrove, pur di avere un servizio a sua misura, dove magari il libraio si ricorda l’ultimo libro acquistato, il nome di tuo figlio e i suoi gusti.

Sono piccole cose, ma possono fare la differenza. O comunque questo è ciò che cerco di promuovere!

5. Penso che la libraia di fiducia debba essere quasi un confessore…una persona che conosce me e i miei figli, i loro gusti, le loro possibilità.
Sei d’accordo? Tu ci riesci?

E’ esattamente quello che dicevo prima! Oserei dire che con alcune persone nascono delle vere e proprie amicizie. Una libreria di quartiere può diventare molto di più di un semplice esercizio commerciale, ma un vero e proprio punto di riferimento culturale dove attingere a informazioni e servizi.

Qui non entri per forza per comprare.

Puoi guardare, assistere a una presentazione, partecipare a un laboratorio.

Il rendere il tutto a misura di bambino rende i genitori ben disposti.

A me piace molto ascoltare e spesso condivido le mie esperienze di mamma.
Non lo faccio con un’ottica “commerciale” ma ci tengo che i clienti vedano la mia doppia anima.

Se anche a voi Marta è piaciuta quanto a me, vi invito davvero a farle una visita reale o virtuale!

Per quanto ci riguarda penso che la coinvolgeremo ancora e vi preannuncio che dalla prossima volta, se volete dar credito e merito al lavoro che facciamo, potete acquistare i libri che vi raccontiamo direttamente da Bufò. Certo, come dicevamo, non si può avere un prezzo concorrenziale alla vendita on line, ma un libro è una cosa personale e Marta confeziona con cura gli ordini che le vengono fatti, personalizzandoli e spendendo anche due righe per aiutarvi nella comprensione del testo scelto.

Perché non premiare tutto ciò? Al lavoro penso che facciano piacere a tutti i riconoscimenti, no?

Ecco, il nostro è questo. Ogni tanto, fate un piccolo sforzo economico e comprate dai librai!

Classe 1979, testona per DNA e per vocazione personale. Mamma di due meraviglie (ovvio) della natura Tiziano 2013 e Alice Testaduracomegranito 2015, moglie del mio grande amore Marco che è dovuto gioco forza diventare un folletto saltellante anche lui.

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