Ultima modifica 6 Novembre 2015
Domenica sera dagli schermi tv Milena Gabanelli ha condotto uno dei soliti servizi di Report atti a scovare le malefatte o le mancate trasparenze di questo o di quello.
More solito la trasmissione colpisce a tutto tondo, non ha amici intoccabili o nemici da perseguire anche senza vere motivazioni, cerca il marcio dove si trova, lo scova e lo porta in superficie.
Il servizio che ha suscitato le rimostranze grillesche era quello del finanziamento ai partiti, questa volta non quello pubblico, ma il privato che si nasconde tra le pieghe di bilanci più o meno validi e reali o che si nasconde tout court.
E forse qualcuno sperava che le investigazioni esentassero quello che è il movimento 5 stelle, il non partito che, come tale, non ha bilanci da esibire e che si regge sulle proprie gambe, dicono, che rifiuta il finanziamento pubblico e che pertanto si riteneva esente da critiche, indagini o sospetti.
E men che meno dalla persona che aveva vinto le quirinarie e che, a parere dei pochi che l’avevano votata, era il Presidente della Repubblica ideale per il movimento.
Pensavano forse che questa nomination avesse loro rilasciato una specie di salvacondotto che li avrebbe preservati dalle inchieste di Report?
Erano sicuri, forse, che Gabanelli fosse men che onesta? Che in virtù della loro preferenza non osasse o non volesse scrutare anche nel loro di portafoglio?
Nessuna smentita potrebbe essere stata più clamorosa.
Tutti hanno potuto seguire un servizio imparziale, indipendente e libero da condizionamenti che cercava di sviscerare, di aprire lo spessissimo velo sotto il quale si nascondono i finanziamenti dei privati a partiti o movimenti che siano.
Non si è fatta condizionare, la sig. Gabanelli , dall’essere risultata la più votata dal popolo del M5S, ha dimostrato di essere, una volta di più, una persona onesta e libera, libera nel pensiero e nelle sue azioni.
E ha chiesto, semplicemente chiesto a quello che si definisce portavoce del movimento se i proventi del suo blog vadano al movimento, si è anche chiesta quanto sia il guadagno che la Casaleggio Associati ricavi dalla pubblicità del blog stesso e chi o che cosa ne benefici.
Domande assurde? Irricevibili?
Non credo, ma domande che nell’immediato, non hanno ricevuto risposta alcuna, sono state ignorate, gli intervistati si sono semplicemente dimostrati sdegnati e senza parole, come se rivolgere loro tali domande, se avere delle perplessità, delle curiosità fosse un insulto.
I simpatizzanti del M5S lo hanno preso per un vero e proprio attacco al movimento di cui non hanno capito i motivi, si chiedono il perché l’inchiesta a voluto veder chiaro in un movimento che, dicono loro, si è finanziato con 27,943 donazioni volontarie non dettagliate detto per inciso, vantano una media di 27 euro a persona, ma ricordate che le medie attribuiscono un pollo a testa anche se uno ne ha 500 e 499 nessuno.
Dicono di aver incassato 774.208 e di averne speso per la campagna elettorale solo la metà e di averne destinata la parte restante al Comune terremotato di Mirandola, mentre i partiti incassano milioni di euro pubblici ( che loro hanno invece restituito) e questo sembra loro sufficiente per essere al riparo da inchieste e richieste di spiegazioni, tacciano perciò di faziosità il servizio televisivo.
Ma quale faziosità quando hanno fatto le pulci a tutti, proprio a tutti.
Se si sono soffermati anche sul movimento e solo perché hanno rilevato che, durante il mese precedente alle votazioni, il blog di Grillo avesse raddoppiato l’ audience, molte più visite, molti più gli introiti, è la norma.
Eppure, eppure…nulla traspariva per quello che riguardava l’utilizzo di queste somme, la domanda sorgeva spontanea chi ne beneficiava?
Nessuna risposta e allora, conclude il servizio, era necessario attendere il bilancio della Casaleggio Associati per, forse, ottenere una risposta, ma, ripetevano, nella speranza che tale bilancio, diversamente dai precedenti, fosse accuratamente dettagliato, come non era stato per il passato.
Casaleggio, intervistato, aveva opposto un muro di silenzio, così come lo stesso muro era stato opposto dallo staff di Grillo che si occupa della comunicazione (?)
I 4 componenti dello staff, assunti con un accordo pre – elettorale tra i candidati del M5S e Grillo stesso e pagati con i fondi parlamentari , quali?
Mi sembra che chi, anche duramente e con un linguaggio insultante, denuncia le manchevolezze e le opacità altrui, dovrebbe andare fiero di una assoluta propria trasparenza ed affrettarsi a portare alla luce le proprie opacità quando queste vengano svelate, ringraziando, invece di denigrare, chi pone domande e chiede risposte.