Ultima modifica 28 Giugno 2019
Ci sono libri che sai che ti conquisteranno subito, che ti rimarranno avvinghiati dentro..per sempre.
E così è stato per il libro della Mazzantini, Venuto al mondo.
Già dalle prime pagine, pensavo al momento, terribile ed emozionante allo stesso tempo, in cui ne avrebbero fatto un film.
E finalmente questo giovedì è uscito nelle sale italiane.
Ho letto diverse recensioni, alcune positive, altre direi quasi distruttive e leggendo quest’ultime, mi sono chiesta se questa gente abbia anche letto il libro.
No, perchè leggere che, per esempio, era assurda la differenza di età tra Penelope Cruz ed Emile Hirsch è ridicolo, visto che nel libro è proprio così..
O che la guerra sembra scoppiare così all’improvviso, senza capirne il motivo e darne una spiegazione. Della guerra in Bosnia? Ma non è un documentario…
Comunque, bando alle polemica, parliamo del film.
La regia è, naturalmente, di Sergio Castellitto, che interpreta anche una piccola parte.
Gli attori sono scelti alla perfezione e rendono tutti un’interpretazione profonda e vera.
Penelope Cruz (Gemma) Emile Hirsch (Diego), Luca De Filippo (il padre di Gemma), Adnan Haskovic (il poeta bosniaco Gojko) Saadet Aksoy (Aska) e Pietro Castellitto , che interpreta appunto Pietro e alla quale, la Mazzantini si è ispirata per descrivere il personaggio.
E’ sempre difficile tradurre in immagini un romanzo, ma quando si tratta di un racconto che tratta tanti temi come la guerra, la maternità e la paternità, l’amore e l’amicizia, allora è un’impresa quasi impossibile e coraggiosa.
Perchè il film ha il compito di restituire allo spettatore le emozioni, i sentimenti e la drammaticità che traspaiono dal libro.
Io però, ed è semplicemente la mia opinione, l’ho trovato un film emozionante, duro, amaro, poetico.
Diciamo che le lacrime hanno cominciato a scendere già dalle prime scene..e non ho più smesso.
E’ un film che ti avvinghia, da subito con i suo flashback continui, che ti tiene sospeso, in tensione, con lo sfondo di una guerra terribile e devastante che si intreccia con la storia personale dei protagonisti.
E ad un certo punto, quando pensi che le emozioni che stai provando stanno per giungere al termine, il finale è come un calcio violentissimo che ti arriva in pancia.
Ed è quasi come il dolore, forte, intenso, straziante che si prova, nel momento in cui un figlio viene al mondo.
Un dolore che poi passa, che dimentichi, ma un dolore, che una volta provato, ti cambia la vita per sempre.
Diciamo che, se devo fare una critica c’ è solo il fatto che, per esigenze dei tempi cinematografici, sono state omesse alcune parti del libro. Ma non poteva certo durare 6 ore!!
E poi, chiederei a Castellitto perchè Diego è diventato americano e non più genovese..
Comunque detto ciò, lascio a voi naturalmente la scelta di andarlo a vedere. Forse il mio consiglio è di leggere prima il libro e farlo vostro.
Vi lascio con queste parole dell’autrice, tratte dal romanzo:
“Tieni un capo del filo,
con l’altro capo in mano
io correrò nel mondo.
E se dovessi perdermi
tu, mammina mia, tira.”
Non vedo l’ora di vederlo!
Bellissima recensione, non mi resta che andare a vederlo!!:-)