Ultima modifica 8 Maggio 2019
Su suggerimento della buona Giorgia, la recensione di oggi sarà tutta per Lotta combinaguai nell’edizione Mondadori che ci regala il binomio Lindgren-Alemagna dandoci la certezza di un libro che piacerà ai bambini!
Età di lettura dai 6 anni. Confermo che i miei, che sono più piccoli, non lo hanno apprezzato molto, non riescono a immedesimarsi bene in certe dinamiche.
Ma veniamo alla storia!
Lotta è la terza di tre figli: Jonas e Mia Maria, che in realtà è la voce narrante per la prima parte della raccolta di 15 racconti.
Chi è Lotta?
Lotta combinaguai, non poteva avere un soprannome diverso, ha 4 anni, ce lo dice sua sorella Mia proprio all’inizio e mi par di vederla mentre storce il naso facendoci notare che è piccola e che è un disastro.
Lo spaccato di vita è proprio dal punto di vista dei bambini, il linguaggio è tipico di una bambina delle elementari quale è Mia, le domande che si pone, le considerazioni che fa, il modo in cui vede la sorella più piccola (una “mocciosa” che a tratti serve ai giochi dei fratelli maggiori, ma che in altri momenti è la peste che come al solito mobilita la famiglia con le sue stramberie).
I disegni di Beatrice Alemagna sono davvero perfetti per entrare nell’atmosfera di questa storia di un altro tempo. E’ il tempo in cui i bambini stavano tanto all’aria aperta, da soli (tra di loro), il tempo in cui i genitori notavano solo a fine giornata la presenza dei figli e che partecipavano in parte alle loro avventure, solo appunto alla fine per ristabilire il lieto fine.
I genitori di Lotta, Mia e Jonas sono presenti, ma non incombenti come spesso accade oggi.
Lotta, Mia e Jonas giocano al dottore e Lotta viene “usata” come cavia per la puntura; vanno al fiume e Mia si spazientisce perché Lotta non si trova.
Poi c’è stata quella volta che Lotta si era fissata di volersi trasferire dalla vicina, la signora Berg…
Insomma i tre fratelli vivono, e anche noi per bocca di Mia, le classiche avventure da bambini.
E’ stupendo immergersi in quell’atmosfera vintage, sembra di sentire il profumo di torte sfornate, il calore del caminetto prima di Natale.
Lotta combinaguai (nel vero senso della locuzione), ma è anche una bambina molto dolce con il suo maiale di pezza (che, però, si chiama Orso!
In una strana associazione ironica che solo i bambini sanno fare) e i suoi fratelli che sono sempre con lei.
La piccola sembra vivere quasi estraniata dagli altri due, che anche se sono più grandi, si ha la sensazione che siano rapiti dai viaggi mentali che la sorellina sa fare. Io credo che abbiano un debito di fantasia nei suoi confronti.
Forse perché più grandi, forse perché Lotta, da terza figlia, è più propensa ad arrangiarsi, a vivere in un mondo tutto suo.
Mia sembra sempre infastidita dalle stranezze della sorellina, ma in realtà credo la ammiri e certamente entrambi i fratelli le vogliono molto bene.
Sono un trittico invincibile.
Ai miei bambini, come dicevo, non è piaciuto molto, non riescono a seguire bene le storie, ma sono troppo piccoli temo, rispetto al target a cui è destinata questa raccolta di racconti.
A 4 e 2 anni non possono ancora sapere che i bambini giocano in modo così autonomo e possono combinare tutti quei guai! (Meglio per me … ancora forse ho qualche anno di respiro!)
Devo dire la verità, alcuni racconti mi sono risultati un po’ troppo banali e il modo di raccontare, del tutto adatto alla sua età, di Mia, mi rallenta nella lettura e lo sento troppo lontano.
Mi spiace, perché adoro la sensazione che sa regalare la Lindgren e prendo tutto quello che posso, ma forse appunto se il mio pubblico di lettori fosse adatto potrei esserne contagiata anche io.
Non importa, aspetterò!
Altri invece, come dicevo, sono evocativi di un tempo lontano e profumi di casa.
Certo, oggi forse (e probabilmente già la mia generazione non lo ha vissuto), è difficile immaginare possibili alcune avventure, ma d’altra parte i libri fanno proprio questo: ti immergono in un mondo fantastico non sempre possibile, ma certamente auspicabile!