Ultima modifica 10 Ottobre 2019
I luoghi comuni su Cina e cinesi si sprecano! Spesso chi parla non ha mai conosciuto un cinese o messo piede in Cina, ma è più forte di noi: i cinesi sono brutti e cattivi e ci teniamo a sottolinearlo.
Ovviamente vivendo in Cina tutti questi stereotipi prendono un altro significato: ci si rende conto che i cinesi, nonostante le innegabili differenze culturali, sono persone proprio come noi, con gli stessi sentimenti ed emozioni. E che forse molte delle cose che fanno o pensano hanno radici profonde nella loro cultura.
Ecco alcuni dei luoghi comuni più radicati: vediamo se davvero ha ragione l’italiano medio.
I cinesi mangiano i cani.
Quante volte mi sono sentita chiedere se a Suzhou sono andata a mangiare carne di cane? Infinite, tanto che questa domanda ora mi dà noia e rispondo che sì, l’ho fatto, ma non era poi tanto buona: preferisco il cervello di scimmia. No, non è vero ovviamente: non ce la farei mai e poi mai.
Ma a Suzhou non c’è pericolo: non ho mai, ma dico MAI, visto un ristorante che pubblicizzi questo tipo di pietanza tra i suoi piatti tipici e non ho mai conosciuto un cinese che consideri il suo consumo cosa normale.
Certo, la Cina è la patria del famigerato festival di Yulin che si svolge nella provincia meridionale dello Guangxi e contro il quale si scagliano, giustamente, gli animalisti di tutto il mondo.
Ma il consumo di carne di cane, come dice questo interessante articolo, andrebbe visto anche in un’ottica culturale e storica. E poi la società cinese sta velocemente cambiando: il cane inizia ad essere visto sempre di più come un animale da compagnia e per questo il consumo della sua carne ritenuto inaccettabile.
La Cina è un paese in via di sviluppo.
La Cina fa parte dei G20, paesi considerati in via di sviluppo (assieme ad esempio a Brasile, Filippine, India…). Per definizione, un paese in via di sviluppo presenta un livello economico inferiore a quello dei paesi ricchi, ma possiede elevate potenzialità e ha impostato programmi di sviluppo della propria struttura produttiva.
Dall’Italia si pensa quindi che in Cina le strade siano polverose, le infrastrutture carenti, la sporcizia regni ovunque e la povertà dilaghi. Se questo può essere vero per alcune regioni e provincie (ed è innegabile che la povertà sia ancora un problema per molti in questo paese) nella Cina moderna e sviluppata l’atmosfera che si respira è completamente diversa: le città sono sfacciatamente moderne, i grattacieli di acciaio e specchi altissimi e spettacolari, i treni super veloci puntuali e funzionanti, i servizi ineccepibili.
Sì, lo ripeto: a Suzhou i servizi sono ineccepibili.
Gli autobus sono capillari e puntuali, nei negozi si può pagare tramite l’applicazione sul telefonino senza che ti guardino con gli occhi di fuori, gli acquisti online funzionano alla perfezione.
In quest’ottica, quando torno in Italia purtroppo mi sembra di essere in un paese in retrocessione.
I cinesi sono tutti uguali.
I cinesi sono indubbiamente tutti mori e con gli occhi scuri, e anche per quanto riguarda il loro fisico, di solito hanno forme abbastanza standard: snelli e scattanti gli uomini, flessuose e magre le donne.
Appena arrivata ho fatto non poche gaffe, incapace di riconoscere le maestre di scuola o i vicini di casa.
Ma pian piano ci ho fatto l’occhio ed ora so che non è vero che siano uguali, è solo che le differenze non sono così evidenti come per i popoli occidentali. Abitando qui, ora sono in grado di riconoscere a colpo d’occhio se una persona è cinese o giapponese o di Taiwan! Ma è una questione di allenamento. E non è vero nemmeno che tutti i cinesi sono piccolini: ho visto molte donne e uomini alti e dal fisico imponente.
I cinesi non ridono mai
Forse siamo abituati ai cinesi dell’Italia, che di solito sono una comunità tranquilla e che poco si mescola con la vita italiana, ma mi è stato chiesto se anche i cinesi ridono.
La risposta è ovvia: certo che sì! Ed escono, scherzano, si divertono come tutti gli altri esseri umani del mondo. Solo che il loro modo di divertirsi è più pacato: in Cina non esiste che un gruppo di ragazzi vada in giro schiamazzando con bottiglie di birra in mano, né che un gruppo di uomini fischi volgarmente dietro ad una bella ragazza.
Anche il loro umorismo è diverso: i cinesi si divertono con giochi di parole (essendo la lingua cinese così omofona è facile creare doppi sensi), con battute piuttosto fredde. Non sono abituati alla verve italiana, alla battutina sagace: se gliele fai non ridono ma ti prendono sul serio, buttando secchiate d’acqua fredda sulla tua convinzione di essere molto divertente!
Il cinese è una lingua incomprensibile
Il cinese mandarino è indubbiamente una lingua molto diversa da qualsiasi lingua europea: è sillabico (esistono solo 400 sillabe, che accorpate insieme formano diverse parole), tonale (le sillabe si modulano in quattro toni diversi, in modo da ampliare la gamma di significati) e già qua la faccenda per noi italiani è piuttosto complicata. Se poi aggiungiamo che la grammatica è totalmente a sé stante (non esistono tempi dei verbi o declinazioni, ma particelle che messe qua o là nella frase ne cambiano il significato) ecco che davvero il mandarino risulta essere una lingua difficile da imparare.
Una domanda (sbagliata) che mi viene posta spesso è come sia l’alfabeto cinese: in realtà l’alfabeto non esiste, il mandarino scritto è basato sui caratteri e ad ogni parola corrisponde un ideogramma diverso.
Quindi, che dire? Alcuni luoghi comuni hanno un fondo di verità, come probabilmente succede per qualsiasi nazionalità al mondo, ma altri andrebbero rivisti con un certo senso critico e intelligenza.
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