Ultima modifica 24 Marzo 2021
Emma Kwasnica, una donna di Vancouver, si è vista oscurare il profilo Facebook perché aveva postato una foto troppo “hot”.
Era forse in guepiere e reggicalze?
L’immagine era oscena, offendeva il pubblico pudore, c’erano esplicite allusioni sessuali? Per alcune menti lucide evidentemente sì.
Curioso, perché la foto incriminata la ritraeva semplicemente mentre stava allattando, non era intenta ad elargire spensieratamente favori erotici contornata da un branco di maschi vogliosi.
Nella foto soddisfaceva un bisogno primario e in qualche modo “animalesco”, verissimo. Peccato che si trattasse del fisiologico e naturalissimo diritto di un bambino al nutrimento. Emma, appoggiata da alcune associazioni canadesi dell’allattamento al seno, ha deciso di intraprendere una vera e propria battaglia legale.
Il regolamento di Facebook vieta di pubblicare foto di nudo, è vero. Ma c’è nudo e nudo. In realtà la diatriba fra la Kwasnica e il social network va avanti già dal 2008, quando inserì venti “scandalose” foto dove allattava le due prime bambine. Immagini coscienziosamente rimosse, scontato precisarlo.
Sabato scorso Emma ha ricevuto un messaggio dalla responsabile canadese di Facebook, Reena Dacdo, la quale le ha rammentato che gli standard fissati dal social network vanno rispettati senza eccezioni, e che l’immagine nella quale allattava la figlia di due anni era “sessualmente esplicita”. Il risultato? Foto cancellata e divieto di utilizzare Facebook per tre giorni.
Emma non si è scoraggiata, ha aperto una pagina sulla quale in poco più di due giorni ha raccolto già 3.000 consensi e moltissime donne hanno inserito nei loro profili per protesta le loro foto mentre allattavano.
E sì. Sbandierare tette e culi in prima serata, pratica piuttosto comune sui nostri palinsesti televisivi e, molto probabilmente, anche su quelli canadesi non è un’azione “sessualmente esplicita”. Allattare il proprio figlio evidentemente sì…