Ultima modifica 19 Dicembre 2015
Vogliamo incominciare un percorso insieme e raccontare storie di mamme adottive, di mamme working in progress che stanno completando il percorso adottivo e di chi, per un motivo o per un altro, non è riuscita a portare a termine il suo progetto d’amore.
Cominceremo con la storia di una mamma milanese di nome Silvia. E’ una persona splendida, a me vicina. La conosco da più di un anno e cioè da quando lei e il suo fantastico bimbo Marco sono venuti nella scuola materna. Il suo percorso di mamma è forse molto simile a quelle di altre mamme adottive: problemi nel concepimento hanno fatto maturare nella coppia la decisione di percorrere la strada dell’adozione. Chi la sceglie fa una scelta coraggiosa e ragionata, dove nulla può essere lasciato al caso. Un figlio adottivo è atteso, anche per anni. Quello che unisce i genitori adottivi e i genitori biologici è l’amore grandissimo per i figli.
Silvia ha un cuore grande e il suo bambino è come lei: grandi occhi neri aperti sul mondo! Un piccolo grande leader, amato da grandi e piccini. Lui ha carisma e tutti lo cercano per giocare, per condividere la giornata. E’ una bella responsabilità per un bambino di 4 anni.
Abbiamo chiesto a Silvia di parlarci dell’incontro con Marco: “Ho abbracciato mio figlio in una calda giornata di marzo. Il primo giorno di primavera del 2011. A Bamako faceva un caldo torrido e l’aria era satura di umidità e di zanzare. Per me è stato amore a prima vista. Quando l’ho visto venirmi incontro l’ho amato subito, come una qualunque donna può amare un bambino, che vede piccolo e indifeso. L’istinto materno si manifesta improvvisamente e inspiegabilmente, riconoscendo negli occhi, negli odori e nelle movenze di un esserino, fino ad allora estraneo, una familiarità inaspettata. Almeno per me.”
“Lui è speciale. L’ho sempre pensato e ne sono sempre più convinta. e non lo dico solo io, che sono la sua mamma. E’ una sensazione comune. Emana energia positiva ed ha la capacità di far stare bene gli altri”, così Silvia ci racconta Marco. E noi siamo felici di fare un percorso di crescita con loro.
Paola Lovera