Ultima modifica 24 Agosto 2020
Ho visto lo spot in TV mentre ero in vacanza e l’ho trovato toccante e geniale. Ho subito pensato: “Queste sono mamme che non mollano”
Sto parlando della campagna Moms don’t Quit che mira a sensibilizzare le donne, ma soprattutto le istituzioni e le aziende, rispetto al tema dell conciliazione tra famiglia e lavoro.
In Italia, si sa, le donne costrette a scegliere tra lavoro e figli sono innumerevoli.
Spesso, la scelta avviene ancora prima di poter immaginare un figlio. Molte donne, infatti, sanno già che diventare mamme limiterebbe moltissimo il loro percorso professionale, magari, addirittura, lo interromperebbe e scelgono, così, di negarsi l’esperienza della maternità. Forse saranno loro stesse che, per comprensibile frustrazione, ostacoleranno e renderanno impossibile la vita lavorativa di tante altre donne che, invece, avranno voluto correre il rischio di diventare mamme.
Vittime contro altre vittime.
Ancora più spesso, poi, molte donne si accorgono dell’inconciliabilità tra lavoro e figli solo dopo essere diventate mamme e, in troppi casi (uno su quattro secondo l’Istat), scelgono, poi, di rinunciare al lavoro.
Quelle che si vedono nello spot sono mamme che non mollano: non mollano il lavoro ma mollano i figli!
Si tratta, naturalmente, di un’estremizzazione che, tuttavia, rende bene l’idea dell’assurda posizione in cui, spesso, si trovano le donne quando sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia.
Mentre, nella realtà, le mamme, di fronte ad un simile bivio scelgono, ovviamente, i figli, nello spot, viene mostrato cosa potrebbe succedere se imboccassero l’altra strada, scegliendo, cioè, di mantenere il lavoro mollando i figli.
Gli anni con te sono stati i migliori della mia vita. Ma ora devo dare le dimissioni, non posso più essere tua mamma, perchè ho bisogno di lavorare e una donna che lavora non può anche essere una mamma!
Questo, in poche parole, il riassunto delle lettere di dimissioni che le donne, con voce rotta dal pianto, nello spot, leggono ai propri figli. Si tratta di una provocazione a cui i bambini rispondono, ovviamente, con un totale rifiuto. Chi piange, chi si arrabbia, in molti strappano la lettera.
Come a dire: “Mamma ma cosa dici? Una mamma non deve essere costretta a scegliere tra lavoro e famiglia!”
E se lo capiscono loro….
Di mamme che non mollano è piena l’Italia.
Sono mamme, o donne intenzionate a diventarlo, che lottano tutti i giorni per mantenere il proprio posto di lavoro, nonostante colleghi e superiori cerchino di arginarle, di metterle in difficoltà e nonostante il mondo del lavoro non faccia loro nessuno sconto.
Sono donne che cercano di essere all’altezza delle richieste incessanti provenienti da due mondi paralleli e impermeabili: uno che le vorrebbe solo professioniste ed un altro che, invece, le vorrebbe solo mamme.
Sono donne che devono essere concorrenziali anche con giovani che di figli non ne hanno o con chi non ne vuole avere o, ancora, con chi ha figli ma non se ne deve occupare perchè, a sua volta, al proprio fianco, ha una di quelle mamme che non mollano.
Sono donne che, a volte, mollano, ma solo apparentemente: lasciano il posto di lavoro per dedicarsi ai figli ma non smettono di sperare, un giorno, di poterlo recuperare, magari con una modalità più flessibile.
Sono persone che si rimettono in gioco, diventando boss di se stesse e inventandosi dei lavori che dimostrano quanto le donne, soprattutto dopo la maternità, possano esprimere in campo lavorativo.
Sul sito è possibile firmare una petizione finalizzata a sottoporre l’emergenza conciliazione lavoro – famiglia all’attenzione del Ministro Delle Pari Opportunità, del Presidente Della Repubblica Italiana, del Presidente Del Senato e a quella del Presidente Della Camera.
Ma che cosa chiedono davvero le mamme in ambito lavorativo?
Io sono sempre stata molto realista e pratica in materia.
So che avere uno o più figli toglie tempo a tutto il resto, lavoro in primis.
Non credo nel femminismo cieco, quello che vede uomo e donna sempre uguali in fatto di potenzialità e predisposizione. Intendiamoci, se una donna sceglie di non essere mamma, può e deve avere le stesse opportunità di un uomo e, spesso, in ambito lavorativo, riesce a sfruttarle anche meglio. Diverso è, secondo me, quando una donna è anche mamma. Inutile raccontarsi la favoletta del “Non è cambiato niente.”
Non è così…è cambiato tutto, invece!
Per comprenderlo, è sufficiente ripensare a quando lavoravamo e basta, senza dover pensare ai bimbi da sistemare, magari malati, alle tate da gestire, alla spesa da fare, alla cena da preparare, ai compiti da controllare, agli sport da seguire.
Io credo che, ad eccezione di quelle mamme che decidono di delegare completamente la cura dei propri bimbi, (perchè no, magari ai papà!) la maggior parte di noi sa benissimo che non può essere dedita al lavoro come lo era prima, ma quello che vorremmo non è uno sconto o un trattamento di favore.
Forse, le mamme che non mollano si accontenterebbero solo di più flessibilità: degli orari adatti ad una mamma, la possibilità di godere davvero di tutti i diritti che, per legge, spettano ad un genitore, senza sentirsi in colpa, il telelavoro, dei servizi di custodia interni alle aziende e, soprattutto, un reinserimento possibile nel mondo del lavoro anche dopo essersi prese una una pausa per la cura dei figli.
Forza mamme, non molliamo, difendiamo il nostro potere produttivo e riproduttivo e non lasciamo che nessuno ci obblighi a fare una scelta senza ritorno.
Crediti: le foto sono state riprese dal sito www.momsdontquit.it
Articolo tanto bella quanto reale..e purtroppo lo stato non aiuta e non tutela
Occorrerebbe un cambio di mentalità ma ci si accontenterebbe, nel frattempo, di tutele e aiuti dalle istituzioni in effetti! Grazie Roberta!