Ultima modifica 18 Novembre 2019
Chissà quante volte lo abbiamo ripetuto a noi stesse, per farci forza e non cedere agli innumerevoli imprevisti di mamme indaffarate che la vita mammesca, quotidianamente ci propone.
Perché è facile leggere tra le righe dell’ennesimo manuale della “Mamma Perfetta”, ma nell’atto pratico molta teoria si perde per lasciare il posto a delle strategie “PerFareAlMeglioCiòCheSiPuò”.
Mamme indaffarate. Io poi speriamo che me la cavo.
Ed è proprio così che noi mamme sopravviviamo. Eseguendo slalom giganti tra figli, marito e lavoro. Insaporendo il tutto da un sano, e alcune volte, irrealista ottimismo, di riuscire a “fare”.
Avete mai visto il film con Sara Jessica Parker “Come fa a far tutto?“. Ecco. Succede un po’ così a tutte.
Ci piacerebbe non dormire. Perché durante quelle 6, 7, 8 ore di sonno sai quante cose che si potrebbero invece fare. Mentre gli altri della famiglia sono tra le braccia di Morfeo. Una lavatrice in più, qualche pagina del libro che proprio non riesci a finire. Una mail di lavoro che non hai mandato perché sei scappata dall’ufficio per prendere il piccolo a calcio.
Oppure dilatare alcune ore. Quelle che ti sembrano troppo brevi per fare qualcosa al lavoro. Ma anche quelle che dedichi a loro, e che sembrano sempre troppo poche.
E poi non mancano i sorrisi. Le autoistruzioni della serie “CeLaPossoFare”.
Certo che ce la possiamo fare. Un rossetto rosso per svoltare la giornata o la piacevole scoperta di un giocattolo del nostro bambino, nella borsa di lavoro. Quando lo avrà messo?
Piccole tracce di una maternità che travolge, fa rinascere e trasforma un femminile che genera.
Tracce che strappano un pensiero felice a tutte le mamme indaffarate.
Piccole e grandi conquiste che si raggiungono attraverso gioie e momenti di sconforto. Ed ecco che “Io poi, speriamo che me la cavo” coinvolge un po’ tutte noi, apprendiste mamme indaffarate che hanno ancora voglia, dopo una lunga giornata, di sorridere.
Quella voglia che ci fa essere certe di essersela cavata anche oggi.