Ultima modifica 20 Aprile 2015
Sapete cosa vuol dire in tedesco il termine unbestimm?
Vuole dire indeterminato, come il sesso dei bambini che nasceranno nella repubblica tedesca dopo il primo di novembre 2013, anche se dell’entrata in vigore, della legge dopo l’annuncio dell’agosto dello stesso anno, non se ne trova traccia.
Non è uno scherzo, è il dettato della legge che è entrata in vigore, sembra, da tale data.
Non sarà più necessario, nell’atto di nascita, inserire la qualifica di maschio o femmina, perché?
Forse perché il sesso, alla nascita si desume dal fisico e, ad oggi, non si ritiene più che le qualità fisiche siano quelle determinanti?
Forse perché l’atteggiamento mentale è più importante?
Forse perché non si vuole discriminare, dalla nascita, i gay e le lesbiche?
Sapete, io mi sono sempre dispiaciuta che la nostra lingua non prevedesse il genere neutro che gli antichi romani utilizzavano normalmente, ma di qui a voler disconoscere l’appartenenza ad uno dei due generi per le caratteristiche fisiche ce ne corre.
In natura esistono due sessi essi sono: femminile o maschile ed è troppo semplice e facile cancellare una f o una m dall’atto di nascita, ma pensate veramente che la cosa rivesta una tale importanza da rendere necessaria un’apposita legge?
Pensate davvero che in questo modo si possa ovviare al problema, alla discriminazione che, è vero, c’è stata fin’ora?
I due sessi si completano e sono indispensabili per la stessa sopravvivenza delle specie e dei mondi, esistono anche nel mondo animale (in senso stretto) e nel mondo vegetale anomalie che rendono quegli esseri diversi, che hanno tutti i diritti di esistere e di essere trattati allo stesso modo, indifferentemente dalle tendenze, dalle caratteristiche fisiche o psichiche ma….
Ma non per questo si deve abdicare, non per questo ci si deve vergognare di una appartenenza non cercata e non voluta, qualsiasi essa sia.
È vero che, sino a pochi anni fa, i ‘ differentemente sessuati’ venivano discriminati, ignorati, messi in disparte, trattati come appestati, lebbrosi, come esseri ripugnanti o malati e, dalla chiesa peccatori, ma perché ora si deve cancellare l’appartenenza?
Questa è natura, ripeto nessuno cerca o vuole la diversità, nessuno la cerca o la vuole, semplicemente la natura, il modo di essere e di vivere. gay o lesbiche, maschi o femmine che importa, siamo diversi, ma uguali, perché voler rimarcare a tutti i costi le differenze o usare delle metodologie, forse, politically correct, ma ….
Dovremmo forse cambiare anche il nostro linguaggio e dare il nome ai neonati indifferentemente e indipendentemente dal sesso apparente?
Vedremo una bambina chiamarsi Alfonso perché , forse, da grande potrà, forse, riconoscersi lesbica?
E un ragazzo chiamarsi Margherita nella prospettiva di poter, forse, diventare gay?
O dovremmo, forse, abbandonare tutti i nomi di genere e scegliere solo i nomi che indifferentemente possano essere usati per qualsiasi sesso.
Ma non scherziamo!