Ultima modifica 9 Aprile 2015

Ho voluto sperimentare un viaggio in metropolitana con i bambini, tutti e tre: un’esperienza che ha del paranormale!

metropolitana con i bambini

L’entrata ai tornelli della metropolitana con i bambini

I bambini al di sotto dei 12 anni non pagano il biglietto. I miei bimbi, tutti e tre, sono al di sotto dei 12 anni. Il problema è: come passare ai tornelli con una strisciata sola di biglietto, il mio, con tutti e tre i bambini?
Infatti: una di loro quasi si è lussata una spalla al momento del passaggio e l’altra quasi la scaravento a terra con una spinta pur di farla passare velocemente, prima che le porte di vetro si  richiudessero.

Siamo saliti alla stazione della metro B Laurentina.
Essendo questo il capolinea, abbiamo facilmente trovato posto a sedere e ci siamo accomodati, tra gridolini di gioia, curiosità e domande tecniche di ogni genere su come un treno così lungo riuscisse ad andare sotto terra, eccetera.

Man mano che si facevano le varie fermate, il vagone si riempiva sempre di più, ma tutto sommato ci è andata bene, non era orario di punta.
Arrivati a Termini, siamo scesi.

Scendere dalla metropolitana con i bambini

Scendere è un po’ un’avventura: con i bambini devi stare molto attento che i loro piedini non finiscano nello spazio che intercorre tra il vagone e il marciapiede, ma ancora prima di questo, devi guadagnare l’uscita e, se i bambini sono seduti, non è facile, perchè farli alzare mentre la metro è ancora in movimento, vuol dire farli cadere rovinosamente a terra (a meno che non si ha soltanto un bimbo da sorvegliare, il quale te lo incolli alle gambe e il gioco è fatto), quindi bisogna essere repentini in quei pochi istanti in cui  il treno si ferma e si aprono le porte, senza rimanere schiacciati dal resto dei passeggeri che scende e sale sul vagone. Perchè non si guarda in faccia a nessuno, tantomeno ad un nanerottolo di neanche un metro, ci mancherebbe!

Una volta arrivati a Termini, abbiamo percorso i vari corridoi che portano alla metro A, anche qui, siamo risaliti, ma non abbiamo avuto la stessa fortuna di trovare posto a sedere, nè abbiamo incontrato immediatamente persone compassionevoli disposte a cedere il tanto desiderato sedile, ma poco importava, tanto avremmo dovuto fare solo un paio di fermate, non ne sarebbe valsa la pena.

Arrivati finalmente a destinazione, i bimbi erano euforici, io ero in un bagno di sudore, ma questa è un’altra storia.

Qualche suggerimento per andare in metropolitana con i bambini a Roma

  • Se si porta il passeggino, meglio scegliere uno molto leggero. Le fermate dotate di ascensore sono poche, informarsi dove si trovano e programmare il viaggio di conseguenza. Io, ad esempio, ho fatto a meno di portarlo.
  • Raccomandarsi con i bambini di rimanere quanto più vicini possibile all’adulto che li accompagna per ovvi motivi di sicurezza
  • portare una bottiglietta d’acqua
  • portare delle salviette o un disinfettante per pulire immediatamente le mani ai bambini una volta che è finito il viaggio
  • persone ragionevoli se ne trovano (qualche volta), se si ha bisogno di un posto a sedere: CHIEDERLO!
  • evitare le fasce orarie di punta

Mancanza di rispetto

Altro punto che vorrei affrontare in tema di mancanza di rispetto, è la capacità di far quasi soffocare un bambino in metropolitana: quando non abbiamo avuto la fortuna di stare seduti, ho avvicinato i bambini e li ho fatti sostenere agli appositi sostegni con me vicinissima a loro, man mano che il vagone si riempiva, la gente, inevitabilmente pressava tutto intorno, ad un certo punto, riuscivo a vedere soltanto la manina del più piccolo, Massimo, aggrappata al sostegno, la sua testa era sovrastata dal sedere di una signora e dallo zaino di un ragazzo, che quasi c’era appoggiato sopra. Ma si può!?

Quindi oltre alle carenze strutturali (tornelli ghigliottine, mancanza di ascensori, inadeguatezza della frequenza delle corse che fanno sì che i vagoni siano sempre stracolmi, eccetera), vogliamo metterci tutti quanti un pizzico di buon senso e di buona educazione?
Vogliamo comportarci tutti da popolo civile?
Un bambino, oltre ad essere figlio dei propri genitori, deve essere considerato figlio dell’intera società in cui vive e pertanto esige rispetto, considerazione, attenzioni e cure. Da parte di tutti.
E lo si può cominciare a dimostrare anche in queste piccole cose.

Micaela

Mamma di 3 piccole belve: Miriam, Melania e Massimo. Moglie di Marco. Meravigliosamente innamorata della vita. Social addicted e inguaribile ottimista.

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