Ultima modifica 21 Maggio 2018
Diciamo che sì, lo so. La mia sembrerà una frase scontata, ma vivere e lavorare a Milano se hai prole non è facile. Punto.
E’ ovvio che questo vale per tante altre grandi città, ma diciamocelo: Milano è un universo a se stante. Perché questa metropoli va bene se hai fino ai 25 anni e ti vuoi divertire, vuoi andare a ballare, sui Navigli per bere qualcosa o magari sotto il Duomo, a sfregare il polpaccio dorato di un tipino neanche troppo raccomandabile. Era uno dei fustigatori di Gesù, ma dicono che porti bene…
Quando però ti riproduci, tutta la città assume un altro tono, un altro colore. Niente più rum e coca fino alle tre e poi brioche calda dal panettiere che fa i milioni con i bevutelli affamati.
Niente del genere. Se per disgrazia devi attraversare la città per un qualsiasi motivo, devi partire con largo anticipo. Il traffico c’è sempre, a prescindere. Ma soprattutto, devi armarti di santa pazienza. Ah sì, di quella te ce ne vuole un davvero un bel po’…Perché vedete, nella bella Milano da bere c’è tanto da divertirsi, se non hai un neonato fra le tette o un tappo che cammina con la velocità di una lumaca. All’ombra della Madunina, a volte, è davvero un inferno.
Avete idea ad esempio di cosa voglia dire andare ad un centro commerciale con un nanetto?
Magari di Sabato pomeriggio, quando ci vanno tutti e sì, ovviamente anche tu. Perché durante la settimana fai appena in tempo a finire di lavorare che ti precipiti dal pargolo correndo in macchina e inveendo contro chiunque ti orbiti attorno. Ma non perché ti abbia fatto qualcosa, no. Solo perché esiste….Quindi non hai né il tempo né le energie per risalire in macchina e buttarti in un supermercato.
Aspetti il Sabato, anche se poi puntualmente te ne pentirai. La scena che ti si para davanti è questa: una calca disumana dove ti tuffi solo dopo esserti fatta il segno della croce o aver toccato un corno rosso, a seconda del tuo credo religioso. C’è chi effettua entrambe le operazioni. Male non fa…
Il nano è stipato nel carrello fra salame e frutta, tu traffichi fra la seconda e la terza fila dal bancone per cercare quello che ti occorre. Nel frattempo il piccolo diavolo ha già fatto volare qualche uovo di sotto: “Ehi, mamma! Ha fatto splash!! “. E ride.
Che fai? Le riprendi al prossimo giro, le tieni in mano e vai oltre. Ma attenzione, uscire dal corridoio e immetterti in un altro non è mica semplice. Ci vorrebbe un vigile o una segnaletica di qualche tipo. La gente lasciata a se stessa fa manovre che credevi umanamente impossibili con un carrello pieno di roba. Alle casse, poi, niente più distrazioni ma solo lunghissimi minuti di attesa. Abbarbicati al carrello, sudati e stanchi, il tuo nano e tutti gli altri lanciatori di uova non hanno più nulla con cui giocare. Le code davanti alle casse si trasformano in un concerto di musica contemporanea : “Ueeee….lo voglio…. gneeee andiamo via….mammamamamma voglio scendere!!!”
Esci da lì talmente stravolta che appena vedi uno che fuma gli chiedi di fare anche solo un tiro. E pensare che non hai mai preso in mano una sigaretta in vita tua! Ma in qualche modo ti devi pur sfogare, no?
Ma voglio parlarvi anche di una Milano che non ti aspetti.
All’ombra della Madunina esistono anche piccoli supermercati ancora alla portata di mamme. C’è tutto quello che ti occorre. E, se anche se non sfoggia trecento marche di yogurt, non ha alcuna importanza: tanto tuo figlio mangia solo banana e pesca. Riscopri così il lato ecologista dei tuoi 18 anni che pensavi di aver perso per sempre. Le cassiere sono caciarone e spiritose, prendono al volo le uova che tuo figlio lancia sul nastro per fargli fare “ biiiip” e riescono persino a sorriderti. Tu sei più rilassata e hai fatto in fretta (sei pure sempre una donna- mamma- moglie, non puoi rilassarti in pieno giorno per troppo tempo, che scherzi ?? ). Nessun bambino sta urlando o cercando di strozzarsi con la fila di salsicce…
Non è utopia. Esistono veramente. Ma devi saperti guardare attorno e capire che se vuoi abitare e/o lavorare a Milano e sopravvivere sana di mente devi cambiare tu. E trovare un tuo mondo più a dimensione di mamma e bimbo. Ci sono ancora persone in grado di offrirtelo. Sono loro la mia Milano da bere… con il biberon.
Nathalie Scopelliti