Ultima modifica 28 Maggio 2019
“Si adesso vengo e facciamo l’intervista, però aspettate un attimo”
Da quando gli ho detto che devo fare una intervista, DA1 e DA2 non mi hanno mollato un attimo. Hanno deciso che dobbiamo fare le prove col microfono, con la telecamera e con la mamma che deve fare le domande.
Scrivere non è facile quando al di là della parete verde acido ci sono due bambini, con 15 mesi di differenza, che andrebbero controllati a vista. C’è sempre il rischio che si facciano male o che se le diano di santa ragione per aver toccato un pennarello piuttosto che un altro.
“Sto scrivendooo, se mi fate concentrare finisco subito e vengo”
MPS (Mia Principessa Stefania) vorrebbe che scrivessi di notte perché la sera ci sono mille cose da fare visto che lavoriamo entrambi, ma in questo periodo devo preparare alcune interviste importanti e così tutti i momenti sono buoni.
Una autorevole rivista settimanale mi ha contattato e di sicuro mi chiederà che cosa faccio, ma spiegare agli adulti che lavoro con i bambini ed i ragazzi, fortunati e meno fortunati, non è cosa semplice. Potrei parlare delle attività che
organizzo o delle storie che invento per spiegare concetti più o meno semplici come un’ emozione o la fotosintesi. Vedremo; nel frattempo vado a sedare una rissa.
“Fermi tutti. Adesso prepariamo la telecamera ed il microfono altrimenti l’intervista non si può fare”
Il manico di una spada con su una pallina da tennis rotta ed il microfono per DA1 è fatto.
DA2 è più esigente perché dopo aver disegnato su uno scatolone la telecamera ha iniziato a piangere e ha smesso solo quando abbiamo trovato finalmente le cuffie per il collegamento con la regia.
Chiedo ad MPS: “Ma il bagnetto la sera non doveva rilassarli?” (Credenze popolari)
“Bambini adesso aspettiamo la mamma che si prepara; appena è pronta partiamo con l’intervista. Nel frattempo fate le prove tecniche”
Mi hanno guardato un po’ male perché sapevano che li avrei lasciati nuovamente, ma domani è un giorno importantissimo, specie per uno che viene dalla periferia est di una grande città.
Faranno un film dal mio blog, mica pizza e fichi. Non posso raccontargli storielle a quelli della produzione.
Gli potrei dire che l’idea è nata perché da sempre leggo in bagno giornali in cui trovi solo rubriche, recensioni e interviste di mamme che parlano dei loro figli e delle vicissitudini familiari, ma nessuno che risponda alle domande dei bambini, soprattutto a quelle più impertinenti. Forse la location del bagno è da evitare, che dite?
“Pipiiiii, pipiìììì”. “Si corriamo, dai resisti non te la fare sotto”.
Eccomi, siamo salvi, solo qualche goccia fuori, ma abbiamo pulito.
Mo ti spiego a papà…
Pensandoci bene gli potrei parlare del fatto che per lavoro spiego cose ai bambini e ai ragazzi: da cos’è la rabbia a come si fanno i bambini o a cosa serve imparare le moltiplicazioni o cosa facevano i vichinghi.
Il blog è il punto di vista di un papà alle prese con cacca, pipì, scuola, capricci e giochi, ma anche un modo per spiegare in maniera leggera e divertente cose come i sogni, la vita e le emozioni. Mi sono detto: “Questo è un compito per super Piccio! (che sarei io)” Ed ecco che è nato Mo te lo spiego a papà.
“Mamma, ma sei uno schianto, non dovevamo fare l’intervista per gioco? Tu ti sei preparata davvero, ma io sono con la tuta.”
DA1 e DA2 sono rimasti a bocca aperta nel vedere MPS truccata e vestita in quel modo. Da maschi- figli non sanno se venerarla come madre o come modella da calendario. DA2 continua a ripetere: “Tu femmna, Io macchio”
“Va bene, tutti in posizione adesso cominciamo. Microfono pronto? Telecamera pronta? Via all’intervista.”
Driiin Driin Driin
Maledetta sveglia, sempre sul più bello dei sogni.
“Bambini svegliaaa, si va a scuola.”
“Uffaaaaa, ma perchèèèèèè.”
Adesso è tardi poi ve lo spiego a papà.
Francesco Uccello