Ultima modifica 27 Marzo 2025
Perché non basta un gioco in legno per dire “educazione consapevole”
L’approccio Montessori affascina in questi ultimi anni sempre più genitori desiderosi di offrire un’educazione rispettosa e stimolante ai propri bambini.
Spesso però, nell’entusiasmo, si finisce per “fare Montessori” basandosi su informazioni frammentarie o imprecise, ormai dilaganti online, oppure acquistando materiali costosi che, senza una reale comprensione dei principi sui quali sono stati ideati, rischiano di essere inutili o fuorvianti.
È in netto aumento una certa smania di sentirsi esperti, ma il rischio è quello di utilizzare oggetti fuori contesto, senza conoscerne in profondità lo scopo, né il percorso educativo a cui appartengono.
In più, il mercato è invaso da prodotti venduti come “Montessori” che, in realtà, non ne rispettano affatto i principi: se si conoscesse davvero il pensiero che li ha ideati, si individuerebbero già al primo sguardo le incoerenze nascoste in molte proposte commerciali.

Montessori non è una moda, è un approccio educativo
Il materiale Montessori non è pensato per intrattenere i bambini, ma per favorire in loro uno sviluppo autonomo, ordinato e progressivo.
Ogni proposta ha un obiettivo preciso, è inserita in una sequenza educativa chiara e deve essere esercitata con intenzione.
Quando questi oggetti vengono proposti a caso, senza osservazione e guida, rischiano di perdere efficacia, o addirittura di creare confusione.
Attenzione ai “giochi Montessori”
Sul mercato si trovano moltissimi giocattoli etichettati come “montessoriani”: spesso si tratta solo di oggetti in legno dal design semplice.
Ma Montessori non è un’estetica: è una pedagogia basata su autonomia, libertà all’interno di regole e di confini molto precisi, osservazione e rispetto dei tempi del bambino.
Perciò, non è il materiale che fa il lavoro educativo, ma la consapevolezza con cui viene proposto.
Cosa può fare davvero un genitore a casa
È il modo in cui accompagniamo il bambino che fa la differenza, non l’oggetto che gli offriamo.
La buona notizia, di conseguenza, è che non è necessario comprare nulla di speciale per ispirarsi alla pedagogia Montessori.
Ciò che conta sono l’atteggiamento e la qualità delle proposte quotidiane.
Alcuni esempi:
- preparare un ambiente semplice, ordinato e accessibile al bambino
- usare oggetti reali e proporzionati nelle attività di tutti i giorni
- favorire l’autonomia: lavarsi le mani, infilare le scarpe, mettere a posto
- proporre attività una alla volta, lasciando tempi e spazi di lavoro adeguato
- offrire libertà di movimento, soprattutto nei primi mesi di vita
- parlare con chiarezza e rispetto, usando un linguaggio ricco e stimolante
“Fare Montessori” a casa: più facile (e più vero) di quanto sembri
Ideare attività in linea con questo approccio educativo è possibile, e sorprendentemente efficace, anche lontano da materiali standardizzati o costosi.
Basta osservare con attenzione i bisogni reali del bambino e proporgli esperienze che rispondano a ciò che sta cercando di imparare.
L’importante è rispettare alcuni principi chiave:
- l’ambiente deve essere ordinato, essenziale e a misura di bambino
- l’attività deve avere un senso chiaro e una finalità visibile
- il materiale deve essere semplice e funzionale, meglio se naturale
- il bambino deve poter agire con autonomia
- l’adulto osserva, accompagna, ma interviene il meno possibile
Nelle immagini vi propongo due esempi di attività interessanti che si possono realizzare a casa con materiali accessibili, ma pensati con dedizione:

- un lavoro di abbinamento colori su base tematica (alberi e frutti), che stimola la coordinazione occhio-mano, l’attenzione e il riconoscimento visivo, offrendo al bambino un’attività ordinata e significativa
- un pannello con forme geometriche da riconoscere e posizionare, che allena la concentrazione, la percezione spaziale e la logica, rispettando i tempi e i modi naturali dell’apprendimento
Non serve essere “esperti Montessori certificati” per portare a casa valori e pratiche che funzionano davvero.
Basta rallentare, osservare, e dare fiducia al bambino.
Invece di riempire la casa di giochi “montessoriani”, impariamo a scegliere con cura, proporre con intenzione e valorizzare ciò che già abbiamo.
Quello che conta non è l’etichetta, ma la consapevolezza con cui si offre un’esperienza.