Ultima modifica 11 Aprile 2014
All’ospedale Martini di Torino una donna di 37 anni è deceduta, dopo aver preso la pillola abortiva RU486 per un’interruzione di gravidanza.
In Italia è il primo episodio, negli Stati Uniti sono già stati registrati otto casi d’intolleranza letale al farmaco, mentre la prima e unica morte si è verificata in Francia nel 1991, che indusse a modificare il tipo di prostaglandina per tutti gli interventi abortivi, introducendo il misoprostolo (Cytotec).
È stato sentito anche il ginecologo Silvio Viale,”padre della pillola abortiva”, che dirige il principale servizio italiano per IVG, presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino, che ha osservato come sono «decine di milioni le donne che hanno assunto la RU486 nel mondo e 40.000 in Italia e non vi è alcun nesso teorico di causalità con il mifepristone (RU486), perché non ci sono i presupposti farmacologici e clinici. Anche la gravidanza di per sé è un fattore di rischio».
La procura di Torino ha disposto l’autopsia.