Ultima modifica 29 Settembre 2016

Tutte sappiamo bene che il suono che il nostro bambino preferisce, appena venuto al mondo e ancora prima di vedere la luce, è quello della nostra voce; e tutte sappiamo bene che già da quando “ci abita” una delle cose migliori da fare  è proprio familiarizzare con lui: parlandoci, cantando, ascoltando buona musica accarezzando il pancione. Se, come me, siete tra le persone con l’ugola più dispettosa del pianeta, le corde vocali arrabbiate col mondo e il divieto assoluto di cantare anche sotto la doccia, perché le pareti hanno fatto una petizione per evitare di sentirvi “lamentare”, allora non c’è cosa migliore che lasciar fare a chi di competenza! Ma non pensiamo che basti una musica qualunque: un cd ripescato nel cassetto, musica in giacenza su un mp3 dall’estate del diploma, un motivetto alla radio o canzoncine di sottofondo a uno spot pubblicitario! Eh no! In gravidanza anche la musica ha un ruolo importante e non va sottovalutata l’influenza che può avere su noi e il nostro piccolo ospite galleggiante.

Avendo la fortuna di godere (tra l’altro, gratis) di una “dottoressa del bel canto”, nonché musicoterapista, (nonché mia sorella), praticamente sempre, presente e disponibile, ho deciso (non senza ripensamenti … quelli del mestiere sono un po’ esagerati …) di chiedere consiglio a lei, lasciandomi guidare e trasportare nell’affascinante mondo della musicoterapica in gravidanza.

Non riuscirò con poche parole a riportare tutti i suoi insegnamenti (per gli addetti ai lavori è un mondo inesauribile) e non voglio descrivere meramente quanto abbiamo fatto e cosa abbiamo ascoltato. Ma per certo, vi posso dire che il potere della musica arriva veramente ovunque, anche alle mie “note stonate”.

Mi spiega inizialmente che  “lo sviluppo delle abilità musicali inizia tanto precocemente quanto la vita stessa e la familiarità per le melodie può manifestarsi già durante il terzo trimestre di gravidanza”  … la seguo rapita e apprendo che: molti studiosi, infatti, hanno dimostrato gli effetti a lungo termine della musica e hanno riscontrato un ingrandimento di specifiche aree cerebrali dei bambini, in quanto essa può stimolare simultaneamente i sistemi visivi, uditivi, motori e limbici. L’apprendimento e lo sviluppo cognitivo iniziano nella vita uterina e la musica, tra i tanti stimoli a cui il bambino è esposto, può favorire questi apprendimenti.

Il luogo comune è che la musica rilassa, la classica in special modo, e la musicoterapia ha tentato di sfruttare le melodie “eterne”, attraverso una psicologia del suono, per raggiungere il “mistero della vita”.

Dunque il suo potere benefico è innegabile, in quanto si ascolta con l’intero strumento umano, così infatti già nella vita intrauterina si ascoltano il battito cardiaco, la respirazione e la circolazione sanguigna materna (per i nostri piccoli, insomma un vero e proprio concerto h24!).

A questi suoni si associano tutti quelli esterni che, in una maniera o in un’altra, influenzeranno la vita futura: le parti del cervello che elaborano la musica si sviluppano infatti negli ultimi tempi della gestazione e consistono in un esteso sistema neuronale che è largamente distribuito in tutto il cervello, ma che ha regioni specializzate per i  differenti aspetti del comportamento musicale.

musicoterapia

La“dottoressa del bel canto”, nonché musicoterapista, (nonché mia sorella), continua col dirmi che “il nutrimento vocale che la madre fornisce al figlio è importante per lo sviluppo del bambino, proprio come il suo latte” (A. Tomatis) e con la musica “eterna” mi aiuta a prepararmi ad ascoltare e capire i mutamenti del mio corpo, migliorando anche la mia salute emotiva, e scoprendo che posso produrre un canale ritmico-sonoro privilegiato nella comunicazione col mio bambino, (roba per me da non credere!), ma più di tutto mi convince che attraverso un armonico utilizzo della mia voce potrò  “coccolare” il piccolo in arrivo (ecco….su questo nutro ancora seri dubbi, ma lei dice che ce la posso fare! Fidiamoci degli esperti!).

Le musiche più adatte e quelle che mi ha “aiutato ad ascoltare” sono quelle dolci, lente, tranquille, che portano alla mente immagini di quiete e benessere, come le meravigliose sonate di Mozart, o di Chopin, fino ad odierni compositori come Morricone o Trevisan. L’ascolto della musica mi induce rilassatezza, la respirazione mi aiuta a controllare l’ansia,  il canto e le dolci ninna-nanne (ancora un po’ “stonate”) mi aiutano a parlare a chi dovrà arrivare.

Grazie alla mia musicoterapista di fiducia.

Leida Leg

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