Ultima modifica 25 Ottobre 2016
A volte mi dico che non dovrei leggere i giornali, lo so che le buone notizie non fanno vendere, ma quello che mi addolora non sono tanto gli articoli strillati, per intenderci quelli i cui titoli roboanti non rispecchiano, né tanto meno riassumono, il contenuto degli articoli.
No, alla mia età mi sono ormai abituata e, al massimo, ne sorrido con malinconica ironia…
Io mi riferisco a quegli articoli, confinati nelle pagine interne, che per lo più trattano di usi e costumi ‘moderni’ soprattutto del mondo dei bambini, quelli piccolissimi.
Venerdì l’ennesimo, questa volta si tratta di sport.
Sport? È cage-fighting: una lotta senza quartiere, una lotta furiosa.
La location? Una gabbia posta al centro di una sala di periferia.
I contendenti? Bambini di età inferiore ai 10 anni che si scambiano colpi violenti, sono proibiti calci e pugni, ma tutto il resto è consentito, ci si può far male, anzi ci si fa molto male.
Le mani sono nude, senza alcuna protezione, nemmeno la testa è protetta anche se quest’ultima è molto impegnata per difendersi e per offendere.
Gomitate, ginocchiate, dolorosissime torsioni di braccia e gambe, prese simili a quelle della lotta greco-romana, atterramenti e quant’altro la fantasia e le circostanza possano suggerire.
E dove si svolgono questi combattimenti? Nella “civilissima” Inghilterra.
Le gare durano 9 minuti, tre round di 3 minuti ciascuno in una sala gremita all’inverosimile, di spettatori paganti tra urla, sudore, birra…una folla scomposta che segue lo ‘spettacolo’ ubriaca di alcool e di violenza incitante alla lotta, incuranti dell’età dei contendenti.
È uno sport, dicono, lo praticano anche negli USA, e sbandierano le autorizzazioni. Non sono permessi calci e pugni…quindi anche bambini di 6 –8 anni possono ‘divertirsi’.
Ma i piccoli che combattono con violenza, con furia si fanno male, tanto, a volte piangono, ma sono costretti a proseguire sino al fatidico gong.
Gli ‘adulti’, si fa per dire, sono veramente convinti che essi non corrano rischi a parte le ‘ammaccature’ momentanee, che si divertano. Certo, loro hanno solo pochi anni e non sanno, loro…ma i genitori?
Sanno, fingono di non sapere o non importa loro nulla dei rischi di fronte a quanto guadagnano sulle spalle dei loro figli?
A 8 anni, o anche meno, un bimbo è immaturo sotto ogni aspetto. Rischia traumi irreversibili, cresciuto nella violenza e per la violenza, quale sarà il suo comportamento negli anni a venire?
Diventeranno tanti piccoli ex‘pugili’ suonati, traumatizzati, idioti o bulli di periferia, senza arte ne parte prevaricatori e disonesti o drogati senza speranza, quello è il loro destino.
È una vergogna, una barbarie!
Ma viviamo veramente in un occidente civile? Non ho parole per esprimere il mio disgusto, la mia profonda indignazione! Come è possibile permettere tutto ciò!
Qualcuno invoca una legge ad hoc, ma ce n’è veramente bisogno?
Delle malefatte dei figli rispondono i genitori, se due bambini si picchiano, tanto più se a pagamento, i genitori di entrambi non sono forse responsabili?
Sono proibite le lotte tra cani, galli e quant’altri nel mondo animale, polizia e magistratura intervengono, ma quando si tratta di bambini, di piccoli uomini … nessuna proibizione?
O tutto viene nascosto dietro l’alibi dello sport? Nessuno interviene a sanzionare quei ….genitori? A togliere lor la patria potestà? O qualcuno pensa veramente che questa pratica sia un sano sport?
Sappiamo da tempo che l’Italia è un importatore ultimo di insani comportamenti che hanno avuto origine negli U.S.A. o in altri paesi che si ritengono Importanti.
Spero che l’esterofilia, la malattia che, purtroppo, da sempre ci affligge non ci induca ad importare questo che molto impropriamente chiamano sport.
L’occidente si dichiara civile?
Non ho parole!