Ultima modifica 5 Ottobre 2017
Questa volta non so proprio come riuscire a spiegarmi come sia possibile riuscire a parlare senza connettere il cervello. Passi che sia un signor quasi nessuno come ai tempi Don Mazzi che dà fiato alla bocca ma che danni pratici non ne può fare se non infervorare qualche bigotta che lo ascolta, ma quando a farlo è una persona che siede in una poltrona di potere, molto potere, leggi il governatore della regione Lombardia Maroni, la cosa comincia a diventare seria. La questione è legata al bonus bebè proposta dal senatore a sostegno della natalità cioè un contributo economico una tantum di 800 euro per i secondi nati e di 1000 euro dal terzo figlio in poi.
L’aiuto sarebbe previsto per i nati nel periodo 8 ottobre 2015- 31 dicembre 2015.
Il governatore Roberto Maroni avrebbe spiegato che il bonus bebè è una misura per la natalità non un sostegno per le famiglie. Quindi viene dato per un bambino che nasce e non per chi viene adottato.
Ma allora queste famiglie che si formano grazie all’adozione non contribuiscono all’aumento della natalità?
I figli adottivi non vanno ad incrementare i numeri legati all’aumento dei “nati” nella sua regione?
Sono fantasmi che vagano all’interno delle famiglie che li ha accolti?
Ancora una volta qualcuno cerca di dirci che i nostri figli non sono figli a tutti gli effetti, sono altro.
Sapete, mi è difficile scrivere di questa cosa perché mi cadono letteralmente le braccia e mi si ottenebra il cervello, mi passano per la testa solo insulti che non posso certo trascrivere qui sopra.
Decine di anni di discussioni, dibattiti, cambi di leggi antiche al fine di restituire una dignità all’adozione per imbattersi ancora una volta nel solito babbeo che sta nel posto sbagliato per rimettere in dubbio quanto ottenuto.
Mi faccia capire Sig. Roberto Maroni, dove sta la differenza quando un figlio nasce da un parto e quando invece nasce da una pratica adottiva? Il risultato non è uguale? Per caso nasce un altro tipo di famiglia?
Che palle….-si può dire che palle?- prima si cerca di fare quelli che sostengono la famiglia (non si sa mai si riesca a guadagnare qualche voto qua e là) e poi, per tenere la “manina corta”, perché alla fine di questo si tratta, di vedere come ridurre al minimo l’esborso da parte della regione (così i suoi soldi li puo’ spendere per ben altro), non trovano di meglio che tagliare via una fetta di famiglie giocando sulle parole.
Non si tratta di decidere se una famiglia sia di seria A o di serie B, qui si tratta di far quadrare i conti fra il beneficio ed il danno rispetto a questo esborso. E si sa, le famiglie adottive rispetto alle famiglie non adottive sono in netta minoranza e pochi voti portano.
Ma penso male????
“A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” disse qualcuno delle sua stessa combriccola.
Prontamente il mondo adottivo, e non solo, è sceso sul piede di guerra. L’Associazione Care, associazione composta da 34 Associazioni Familiari adottive e affidatarie, ha lanciato una petizione con questo comunicato:
Le Associazioni Familiari del Coordinamento CARE (Coordinamento di) chiedono che sia data immediatamente la possibilità alle famiglie adottive di richiedere il bonus bebè previsto dalla Regione Lombardia nell’ambito della sperimentazione “Reddito di autonomia” (approvato nella seduta dell’8/10/2015) quale contributo economico una tantum di 800 euro per i secondi nati e di 1000 euro dal terzo figlio in poi, quale sostegno socio-economico al percorso di crescita del bambino (per i nati nel periodo 8 ottobre 2015 – 31 dicembre 2015)
La famiglia che adotta realizza il diritto di un minore in stato di abbandono e in quanto tale ne garantisce la possibilità di nascita all’interno di una famiglia.
Le famiglie adottive contrastano attivamente la denatalizzazione attraverso l’ingresso in famiglia di uno o più figli. Nonostante ciò sono discriminate dalla regione Lombardia che non riconosce loro i diritti delle famiglie biologiche.
Togliere il bonus bebè alle famiglie adottive significa discriminare i bambini che sono stati adottati con adozione internazionale e nazionale. In particolare i bambini adottati in nazionale vengono discriminati due volte, poiché il bonus bebè non viene assegnato né alle loro famiglie di origine né alle famiglie adottive.
Il Coordinamento CARE sollecita una veloce revisione di questo evidente errore e invita tutte le famiglie a sottoscrivere questo appello
Dunque spero che andiate anche voi, se già non lo avete fatto, a gridare con la vostra firma una famiglia è una famiglia in qualsiasi modo essa si formi.