Ultima modifica 4 Settembre 2017
Il momento della merenda a scuola, come a casa, è importante per i bambini di ogni età, a maggior ragione nella scuola dell’infanzia.
La merenda serve per integrare le energie disperse durante la mattinata o durante il primo pomeriggio, è un momento di pausa, per poi ritrovare meglio la concentrazione per le attività successive della giornata.
Già dall’anno scorso, nelle scuole comunali del XII municipio di Roma è stato stabilito che non devono essere introdotti alimenti dal di fuori della scuola, sono state perciò vietate le merende portate da casa, e niente torta per festeggiare eventuali compleanni a scuola con gli amici.
L’ufficio scuole del Municipio XII ha deliberato tutto questo per motivi di igiene e di sicurezza.
Ai bimbi è assicurata la merenda della prima mattinata ed il pranzo, fornito dalle ditte appaltatrici della mensa, e basta.
Detta così sembra un’atrocità lasciare senza merenda pomeridiana dei bimbi piccoli che fanno anche il tempo pieno ed escono da scuola alle 16.30, se non oltre. A questa decisione, quindi, sono insorti molti genitori, minacciando di ricorrere alle vie legali.
Giusto, ma ridimensioniamo il tutto e caliamolo nella realtà. Nessuno vuol far morire di fame i nostri bambini e per questo, si è anche stabilito che per la merenda pomeridiana si devono utilizzare gli alimenti ancora confezionati della mensa, che non sono stati consumati durante il pranzo: pane e frutta.
Una merenda perfetta!
In questa maniera, non solo non c’è spreco di cibo, ma si evita il consumo di tante merendine eccessivamente ricche di zuccheri e grassi, golose per il palato, ma che poco integrano le eventuali mancanze dell’alimentazione dei bambini, che, si sa, a pranzo saltano spesso e volentieri la frutta e continuano ad evitare di mangiarla, se hanno un’alternativa ben più golosa.
E poi, la sicurezza in questo modo è assicurata: portando panini imbottiti di salumi, o anche spuntini con formaggi, chi ci assicura che, soprattutto nella stagione calda, non si guastino e siano ancora buoni al momento che vengono consumati?
E ancora, è risaputo che l’erba del vicino è sempre più verde, e quando ognuno porta la propria merenda da casa, l’amichetto vuole assaggiare, e avvengono scambi e assaggi vari, tutto questo di per se, non sarebbe un male, i guai insorgono invece se ci sono dei bimbi intolleranti o allergici nella classe e così la situazione è quasi fuori controllo alle maestre che sì, stanno attente e sorvegliano, ma potrebbe sfuggire qualcosa ai loro occhi, in questo modo si evitano disparità e capricci.
E, cosa non del tutto trascurabile, vedo questo provvedimento come uno sgravio nei confronti delle mamme, quindi: ben venga!
Negli altri municipi di Roma, al momento, non sono pervenute direttive di questo genere.
Secondo voi, cosa è meglio?
Micaela
Io la trovo una buona idea, perchè lo spreco non mi è mai piaciuto e so che negli anni scorsi veniva sprecato un sacco di cibo nelle mense scolastiche.
La maestra della mia piccolina gli fa pane e olio, oppure spreme le arance, insomma Susanna non è mai uscita con la fame.
Per me è un “mi piace”!