Ultima modifica 16 Novembre 2015
Ho letto un articolo che, tra l’ironico e il realistico, narava dell’idiosincrasia moderna nei confronti dei bambini, meglio nei confronti sopratutto del pianto dei neonati che sembra essere la peggiore iattura che possa capitare durante un volo.
Ma non solo, poichè la metropolitana, il bus, il treno, le varie sale di attesa e comunque tutti i luoghi dai quali è difficile, se non impossibile fuggire, sono quelli prediletti dai neonati per scoppiare in singhiozzi tanto acuti quanto inconsolabili e talmente prolungati da provocare serie sindromi nei poveretti costretti a tanta vicinanza.
E già si sprecano parole contro, appaiono cartelli con foto di bimbi e la dicitura no kids, nascono i primi aerei, treni e quant’altro dedicati e riservati agli adulti.
Continua l’ articolista: ma non stiamo esagerando?
Perchè, continua, vent’anni fa il pianto di un marmocchio sarebbe stato un fatto della vita.
Ma è vero, siamo assolutamente certi di questo?
Ha la certezza che vent’anni fa il comportamento verso i piccoli fosse diametralmente opposto?
Che nessuno cambiasse di posto o sbuffasse o peggio quando il pianto acuto di un bimbo gli trapanava il cervello? Che non esistessero locali riservati ai soli adulti? Magari non c’erano cartelli in evidenza, ma noi non prendiamo bambini era una frase ricorrente anche più di vent’anni fa.
E un tempo l’educazione dei piccoli era molto, molto meno permissiva, ai piccoli non era permesso di scorazzare a loro piacimento anche in luoghi non deputati, non si lasciavano i bimbi di esprimersi come meglio credono a scapito e, a volte, a danno degli altri.
Spesso, oggi, a non saperci fare sono i genitori, che allargano le braccia con finta impotenza e spiegano che volete sono bambini!
Sono venuta a conoscenza che il New York Times, non un giornaletto di provincia, ha pubblicato una guida in 30 punti di un’esperta di coccole su come tenere in braccio i figli di estranei!
Metodi per tenerli buoni impazzano anche su web, c’è chi propone bottarelle in testa, cocktail di sedativi e via dicendo e si moltiplicano i cartelli Io non posso entrare, proprio come per i cani, anzi, al posto di quelli per i cani.
Siamo diventati tutti insofferenti?
Ah i bei tempi di una volta!
Ripeto ne siete sicuri? Li avete vissuti? O gli adulti di oggi non fanno che riproporre quello che hanno imparato o subito durante la loro infanzia?
Ricordo divieti per me bambina, ricordo che non sempre si era ammessi alla tavola degli adulti, specie quando c’erano ospiti importanti, che il papà, più di ora, aveva da fare, che negli alberghi di qualità c’erano salette disadorne riservate ai piccoli, che si era sopportati a condizione che ci comportassimo bene, il che significava stare fermi, immobili e zitti e non si interferisse mai nei discorsi degli aulti, devo continuare o mi avete capito?
Un ultimo ricordo: un albergo di Sampeyre nei primi anni 70 che ci ha negato la prenotazione per un intero mese di vacanza perchè la loro era una clientela che desiderava riposarsi e, si sa, i bimbi sono rumorosi!
Abbiamo capito e cercato un ambiente diverso.
Condizioni differenti?
No, oggi come allora le persone pensano al proprio e difficilmente all’altrui benessere, specie quando sono in contraddizione, specie quando il vivere comune è difficile, specie quando ognuno guarda solo a se e non cerca di capire l’altro e lo bolla immediatamente come insofferente o disturbatore.
Oggi, come allora.