Ultima modifica 21 Maggio 2018
Ho sempre pensato di essere padrona della mia vita, di decidere per me e la mia famiglia, ed essere in grado di pianificare la mia esistenza e proteggere mio figlio ed il mio compagno.
Ho sempre creduto di essere una donna di sani principi e non ho mai giudicato le scelte personali ed intime di quel microcosmo che può essere definito la famiglia.
Ma ora ho messo in dubbio me stessa, ho posto in crisi un equilibrio, per qualcosa che di fatto non dipende direttamente dalle mie scelte.
Io ed il mio compagno vorremmo un bambino. O almeno così credevo.
E’ da tempo che ci prepariamo per l’arrivo di un altro piccolo ‘esserino’, all’interno del nostro mondo. Eppure qualcosa non è andato come credevamo. Io pensavo di essere pronta ed incolume da fattori esterni, ma nel momento in cui ci preparavamo ad entrare nella ‘starting area’, ho avuto paura, terrorizzata, sconvolta, pietrificata.
Ho deciso, in quello che è il momento iniziale in cui tutto si fa strano, meraviglioso, ed in cui tutto si focalizza sulla nuova identità che sta prendendo forma, d’interrompere tutto sul nascere.
Così anticipando al mio compagno la decisione, e discutendone con lui, ho deciso di ricorrere alla pillola del giorno dopo. Mai avrei creduto. E nella mia testa oggi si alternano i ‘perché, i se.. ed i mah…’
La mia decisione, assolutamente discutibile e personale, è arrivata perché in questo clima da ‘del doman non v’è certezza’, mi spaventano da tempo tanti fattori esterni, come il mondo stesso in cui viviamo, la paura di non farcela, la frustrazione di avere ormai due lauree e tanta, tanta voglia di fare, ma senza aver trovato ancora un lavoro ed una strada che mi faccia sentire appagata e ripagata dei miei sforzi e del mio merito.
Tante, troppe volte mi sono sentita rifiutata profesionalmente, ed oramai il cercare di sopravvivere (che non è vivere!) ogni mese, mi pesa. Il macigno che sento sulle mie spalle per una società che non riconosce nulla ai suoi giovani, e che non permette di pianificare un futuro, ha segnato in questo particolare evento il suo rush finale.
Io non posso permettermi di avere figli.
Magari mi si può accusare di essere troppo orgogliosa, ma pensare di avere figli in un momento in cui ci sono delle difficoltà, anche economiche, mi appare egoista, tanto quanto può esserlo decidere di prendere la pillola del giorno dopo, o addirittura ricorrere all’aborto.
Ed intanto le uniche parole, malinconiche e di rabbia, che rincorrono nella mia mente ora sono “Non me lo sono potuta permettere”…
Eleonora Cotini
più che un’egoista mi sembri una mamma responsabile.