Ultima modifica 17 Gennaio 2017
Una cosa mi è chiara da qualche anno… Da quando anche io sono diventata mamma. Il club delle mamme è il più difficile a cui appartenere. E il motivo è uno su tutti. Ce ne sono di mille tipi. E purtroppo non tutti i tipi sono proprio piacevoli.
Andiamo subito al sodo. Quelle che meno sopporto sono quelle che fanno confronti fra bambini. Confronti impossibili, inutili, sbagliati e nocivi. Perché anche se te lo dicono le mamme saggie che ogni bambino è un universo a se, che nessuno è uguale a nessuno e che ci sono tempi e capacità diverse in tempi diversi per ognuno.. In realtà la voce di quelle nocive fanno più rumore. E se non sei abbastanza forte e non hai accanto chi sappia sostenerti e riportarti alla ragione quelle voci odiose possono far male. Molto male.
E’ normale domandarsi a che età dovrebbe far questo o quello.
Sana curiosità e comunque anche giusta. Esistono infatti delle linee guida per un’indicazione generale che può a mio avviso essere utile per aiutare le mamme per farsi un’idea nel caso ci siano casi che possano davvero celare qualche problema più o meno grande e quindi aiutino ad agire tempestivamente.
Ma senza creare ansie inutili ( non come quelle vocette che dicevamo..).
Quindi è importante ricordarsi che sono linee guida, non un modello da seguire alla lettera.
E che bisogna avere pazienza.
Non solo per le cose di tutti i giorni ma anche per le nostre aspettative.
Bisogna ignorare le cose che ad una certa età sa fare un dato bambino o dieci bambini intorno a noi. E aspettare. Aspettare che anche il nostro bambino sviluppi quella capacità.
Nell’attesa la cosa più importante è valorizzare le altre che già possiede.
Per un bambino è importante sentirsi apprezzato. Quindi rimarcare cosa non sa ancora fare invece che cosa già sa fare è sbagliato e davvero nocivo per il bambino.
La competizione di quelle vocine che dicono “ ma come? mio figlio faceva questo già a due anni…e quello da solo a tre…” e via così possono minare la sicurezza solo se glielo permettiamo. E non dobbiamo.
Come dicevo bisogna saper aspettare perché appena crediamo di conoscere o sapere tutto dei nostri bambini loro all’improvviso ci sorprendono. Imparano ogni giorno da ogni più piccola cosa.
Ma non sempre lo vediamo subito. A volte il carattere o semplicemente il caso celano abilità o attitudini che nemmeno sospettavamo fino a un attimo prima.
Ogni cosa che possiamo fare o dire al nostro bambino deve fargli capire che noi lo amiamo. Così com’è. Con i suoi pregi e nonostante i suoi difetti. Che lo ameremo sempre. Che lo ameremo anche quando sbaglierà. E che i suoi genitori saranno per lui sempre un porto sicuro.
E che esattamente come ciascuno di noi per noi lui è speciale, unico. E che non esiste competizione o paragone. con nessuno perché ogni differenza è un dono e una meraviglia da scoprire.
Anche e soprattutto per noi genitori.