Ultima modifica 20 Aprile 2015
Che cosa significa educare i nostri figli?
E quanto tempo deve durare il relativo insegnamento?
Si devono dare delle regole, si devono mettere dei paletti, si deve far capire che la libertà di ognuno finisce dove incomincia quella degli altri, si deve far capire che ogni nostro atto può avere conseguenze per noi e per altri, anche sconosciuti, magari disastrose?
Più o meno pensavo che questi fossero i principi guida per trasformare un bimbo in un essere responsabile.
Naturalmente dal dire al fare…. anche con le migliori intenzioni si commettono errori e poi, diciamolo tranquillamente, è difficilissimo essere buoni genitori, o meglio, quello del genitore è un mestiere difficile, quasi impossibile, in questi tempi dove tutto cambia così velocemente che si fa fatica a seguirne il percorso.
Ma…pensavo, e penso ancora, che non si possa lasciar fare al caso.
L’altro giorno ho seguito con sbalordimento e apprensione una delle trasmissioni televisive che si dicono di servizio, una di quelle, per intenderci, che hanno l’ambizione di insegnare il vivere civile.
Parlo di Forum e delle sue cause, vere o finte che siano, che, comunque, porta alla ribalta e ha l’ambizione di dirimere, occupandosi di tutto lo scibile civile.
Civile?
L’oggetto del contendere era la responsabilità, pecuniaria, di un padre a risarcire il danno provocato dal figlio minorenne.
Non importa quale fosse il danno e come fosse avvenuto, importa sapere se un giovane, non solo se minorenne, possa fare quello che gli pare e piace senza che i genitori abbiano voce in capitolo.
Quello che si è evinto chiaramente dalle considerazioni sia del pubblico opinionista (?) e della conduttrice è che è vietato vietare!
Al giovane, in quanto tale, deve (secondo loro ovviamente) essere lasciata piena libertà di fare e osare tutto, senza limiti o freni, perché è loro diritto esprimersi liberamente, fare ogni e qualsiasi esperienza, trovare i propri limiti e, perché no, tentare di superarli con ogni mezzo lecito o illecito.
Quali che ne siano le conseguenze, anzi, all’inferno le conseguenze, ma, in fin dei conti che può capitare?
Nello specifico un braccio, una gamba rotti, ma poi tutto si aggiusta e si continua a camminare!!!!!
Questo letteralmente è stato detto.
Una vita senza limiti e freni, senza dover sopportare i divieti di quei parrucconi dei genitori che, pieni di paure e di incapacità, vogliono tarpare le ali ai loro figli, specie ai minorenni che, in quanto tali sono legalmente irresponsabili e, quindi possono permettersi tutto, droghe comprese!!!
I genitori che, dimentichi della loro lontana giovinezza, non sono in grado di capire le necessità dei loro non più piccoli tesori.
E i pochi, pochissimi, che provavano a dissentire erano sommersi da derisione e commiserazione per il loro essere così antichi, così fuori dal tempo.
Nessuno che neppure accennasse, e questo, credo, doveva essere il compito della conduttrice, che i genitori sono civilmente e penalmente responsabili delle azioni dei figli e che, se non per altro, questo li rende idonei a porre delle regole.
Ma chi mai bada alle regole? Anche questo è stato detto, le regole sono stupide e noiose, e poi a che servono?
Vorrei poter prendere ad uno ad uno quegli incoscienti che hanno detto: “che male c’è a provare la droga? Quali conseguenze porteranno un braccio od una gamba rotta?”
Vorrei prenderli e portarli a vedere i ruderi umani, quegli zombi senza vita che sono gli schiavi della droga, di qualsiasi droga, o quei poveretti che, per muoversi, devono usare la carrozzella e che, magari non hanno più una o tutte e due le braccia, vittime innocenti di una bravata o vittime delle loro stesse azioni.
Spero che, quel pomeriggio, pochi fossero i giovani all’ascolto.
E vogliamo una società migliore? Parliamo di società civile?
Ma quale?