Ultima modifica 6 Ottobre 2020
In Italia, la prevalenza di persone in sovrappeso e con obesità cresce in base all’età.
Se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre.
La prevalenza maggiore si riscontra in entrambi i generi nella classe 65-74 anni (61,1 per cento). Mentre la maggioranza degli uomini presenta un eccesso ponderale già a partire dai 45 anni, per le donne ciò si verifica dopo i 65 anni.
Negli ultimi 30 anni, inoltre, è stato registrato un aumento di incidenza dell’eccesso di peso pari al 30 per cento ed emerge prepotentemente il ruolo del territorio di origine.
Questi sono alcuni degli aspetti evidenziati dal rapporto Istat realizzato per il secondo Italian Obesity Barometer Report che verrà presentato oggi in occasione del 2ndItalian Obesity summit – Changing ObesityTM meeting.
Il Rapporto mostra come l’Italia, pur presentando livelli di obesità e sovrappeso meno allarmanti rispetto agli altri paesi europei, registri un aumento dell’incidenza di sovrappeso e obesità del 30 per cento negli ultimi 30 anni.
Solo un terzo viene attribuito all’invecchiamento della popolazione.
I confronti temporali, analizzati per genere e classe di età tra gli adulti hanno evidenziato degli incrementi specifici, in particolare tra le donne dai 18 ai 45 anni (in media +15 per cento) e per le persone dai 75 anni in entrambi i generi, dove per gli uomini si riscontra addirittura un aumento del 20 per cento.
Per l’obesità le differenze di genere si sono leggermente acuite nel tempo, in quanto l’aumento ha riguardato in misura maggiore gli uomini, soprattutto a partire dai 55 anni. L’analisi temporale evidenzia anche che la geografia è rimasta inalterata con lo svantaggio dell’area meridionale, pur aumentando in misura maggiore in alcune regioni del Nord: in Liguria e Valle d’Aosta, ad esempio, si è registrato un aumento dell’eccesso di peso superiore al 10 per cento, in Lombardia e in Piemonte l’incremento è stato doppio rispetto a quello della media nazionale del 4 per cento. Per l’obesità aumenta la prevalenza di oltre il 30 per cento nelle regioni Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna al Nord, Umbria e Calabria al Centro-Sud, a fronte di un incremento medio a livello Italia del 17 per cento», aggiunge.
I fattori socio-culturali.
Il rapporto mette in luce un elemento sin qui poco sottolineato: la relazione tra l’eccesso di peso e il luogo di origine dell’individuo.
Esiste infatti un legame con aspetti influenti, come, ad esempio, il rapporto con il cibo o l’adozione di modelli alimentari e stili di vita acquisiti e radicati nella zona di nascita prima di diventare adulti, tanto che nelle regioni del Centro-Nord le prevalenze dell’eccesso di peso delle persone nate nel Mezzogiorno sono superiori al dato medio regionale.
Per esempio, in Piemonte dove oltre il 15 per cento degli adulti residenti ha dichiarato di essere nato in una regione del Mezzogiorno. L’eccesso ponderale delle persone che sono migrate è più elevato del 30 per cento rispetto al dato medio piemontese.
Viceversa, nelle regioni del Mezzogiorno, sebbene le prevalenze siano riferite a un campione molto più ristretto per la minore consistenza delle migrazioni da Nord a Sud, le prevalenze delle persone nate al Centro-Nord si collocano sempre al di sotto della media regionale.
L’obesità è una patologia cronica multifattoriale.
Richiede una gestione di lungo termine che però spesso viene considerata come responsabilità del singolo. Una scelta di stile di vita dovuta a una scarsa auto-disciplina e a una mancanza di motivazione.
Questa convinzione, fortemente presente nell’opinione pubblica, persino osservata negli operatori sanitari che sono stati individuati come la seconda fonte più frequente di stigma nei confronti del peso dopo i familiari.
Il pregiudizio sul peso tra gli operatori sanitari impedisce il rapporto emozionale con i pazienti, aspetto che può portare alla mancanza di diagnosi e di sostegno e, di conseguenza, a un efficace intervento per la gestione del peso.
La barriera a una cura efficace non è solo conseguenza dello stigma.
Per le persone con eccesso di peso, la stigmatizzazione è associata ad una maggiore sofferenza psicologica e a un’obesità più grave.
Per affrontare e vincere la sfida contro l’obesità, i cui costi relativi a livello globale sono in aumento e sovrapponibili a quelli derivati dalle guerre, dal terrorismo e all’uso delle armi, non è più possibile continuare ad agire a silos, dove ognuno è depositario di un pezzo della cosiddetta “verità”.
È necessario passare dalla creazione di network virtuali a quello di network virtuosi, in grado di integrare saperi e competenze, dove le Istituzioni debbono colloquiare con i clinici e le Università, con il tessuto sociale e con l’industria in un modello moderno di cross-sector partnership. Per questo l’Italian Obesity Barometer Report annualmente ha il merito di consentirci di approfondire l’impatto che questa malattia ha nel nostro Paese».
Parlare di obesità oggi assume un significato ancora più importante.
Il coronavirus può causare sintomi e complicazioni più gravi nelle persone con condizioni legate all’obesità”.