Ultima modifica 3 Dicembre 2019
Il 7 dicembre a Milano si festeggia Sant’Ambrogio, Patrono della città.
Tappa obbligatoria di questo giorno di festa è la fiera degli Oh Bej Oh Bej che da anni anticipa il natale meneghino.
Per i milanesi Doc, il giorno successivo, l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, si fa l’albero.
Ne prima, ne dopo. E’ tradizione.
Così come tradizione è fare un giro in fiera.
Quest’anno è aperta dal 5 all’8 dicembre dalle ore 8.30 fino alle 21.00.
L’ingresso è naturalmente libero. e l’area è quella compresa tra Piazza Castello, Viale Gadio e Piazza del Cannone.
Sarà possibile trovare tutti i tipi di prodotto: libri, musica, giocattoli, dolci. Le classiche bancarelle di caldarroste e l’immancabile vin brulè.
I luoghi della fiera
Niente più S. Ambrogio. Anche per questo 2019 la fiera si svolgerà intorno al Castello Sforzesco.
Saranno 400 gli espositori che occuperanno 25.000 mq.
La tradizione è ancora viva, non ci resta che sperare che quest’anno i banchi siano all’altezza delle aspettative.
Come raggiungere la Fiera
Che ne dite di una bicicletta? Ecologica e facile da parcheggiare. Trovare parcheggio nei dintorni della fiera infatti, è praticamente impossibile. A meno di un colpo di fortuna.
Anche la metro è comodissima. Fermata piazza Castello.
Ma, a meno che non potete farne a meno, seguite il nostro consiglio: non andateci in auto!
Sai perchè si dice Oh Bej! Oh Bej?
La tradizione vuole che una volta arrivati in fiera i bambini iniziassero a gridare Oh Bej Oh Bej vedendo tutti quei prodotti esposti nelle varie casette.
In dialetto milanese significa oh belli oh belli.
In effetti, anni fa, la fiera era davvero meravigliosa. Io non vedevo l’ora che arrivasse il 7 dicembre per poterci andare. Ci si ritrovava nella piazzetta di S. Ambrogio, ognuno di noi portava qualche cosa e ci i rilassava, divertiva tutti insieme a far festa.
Era tutta una festa.
A partire dall’ambiente che si respirava e dalla qualità degli ‘stand’.
Negli anni è cambiato tutto. E’ rimasta la tradizione, ma i banchi non hanno nulla di speciale. Non si respira più quel profumo di vin brulè fatto nel pentolone, che faceva tanto atmosfera di Natale.