Ultima modifica 9 Marzo 2021
Quante di voi (noi) smaltite correttamente l’ olio usato della parmigiana che avete fatto domenica?
Diciamo la verità: la raccolta differenziata è diventata un lavoro. Dividi, ricicla, piega, scarta butta, differenzia. Se in più ci si mette anche lo smaltimento dell’olio usato ci passa un po’ la voglia di friggere. È uno sporco lavoro ma va fatto. Per il bene del pianeta, che è praticamente il nostro bene.
Ecco perché abbiamo voluto dedicare qualche riga all’argomento dello smaltimento dell’ olio usato.
In genere il gesto semiautomatico che viene da fare dopo aver aperto una scatoletta di tonno, o dopo aver fritto delle melanzane in padella è quello di buttare l’olio nello scarico del lavandino, o nel gabinetto. Niente di più sbagliato. Lo sappiamo bene, ed è una pigrizia che paghiamo in termini di inquinamento e riscaldamento globale (e in questo mese di maggio travestito da novembre dovremmo farcene una ragione).
L’ olio usato, così come molti imballaggi e scarti alimentari, è un prodotto riciclabile, e dunque deve essere smaltito correttamente.
L’olio da cucina non è né biodegradabile né organico. Se finisce nelle tubature potrebbe intasare le fogne, inquinare le acque e danneggiare l’intero ecosistema.
Pensate che un litro d’olio può contaminare circa un milione di litri d’acqua.
Inoltre il corretto smaltimento dell’olio usato consente di ricavare biodiesel, grassi industriali, lubrificanti e addirittura energia.
In Italia abbiamo una legge per il corretto smaltimento dell’olio usato in cucina (il Dlgs 3 Aprile 2006 n 152 che prevede le norme per la tutela ambientale).
Gli oli usati, dice la legge, non possono essere dispersi.
Devono bensì essere raffreddati e raccolti in appositi contenitori in plastica o vetro e chiusi ermeticamente. I vari comuni in Italia si sono attrezzati per la raccolta.
Ma anche noi in casa possiamo farlo con dei comuni contenitori.
Questi vanno poi conferiti nelle isole ecologiche.
Il consorzio eletto per lo smaltimento degli olii usati nella ristorazione professionale è il CONOE. Ovviamente il consorzio prevede lo smaltimento per ristoranti, pizzerie e altri esercizi. Ma se volete fare le cose per bene fino all’ultimo potreste chiedere ad un gestore di ristorante di smaltirlo insieme al loro.
Oppure si può riciclare.
L’olio usato in cucina, ad esempio quello d’oliva può essere riusato fino a 3 volte per la frittura. Bisogna ovviamente usare l’accortezza di filtrarlo bene prima della conservazione per evitare che i piccoli residui di cibo ammuffiscano e irrancidiscano l’olio.
O ancora si può usare per realizzare lampade ad olio, lubrificare qualche meccanismo inceppato in casa, o addirittura sapone home made.
Se siete ancora troppo pigre per fare tutto ciò un obbligo c’è: conservarlo in un contenitore ermetico dopo l’utilizzo e portarlo presso un’isola ecologica.
E se avete il tempo per una manicure, lo avrete sicuramente per prendervi cura del nostro pianeta.