Ultima modifica 7 Febbraio 2017
”Qualcuno” ci aveva assicurato che quest’anno avrebbe facilitato, e di molto, il pagamento delle imposte, il famigerato 730 che, per chi gode di uno stipendio fisso e di una casa di proprietà, viene compilato e trasmesso solo in caso di richiesta di rimborso.
Certo perché ai dipendenti e pensionati l’ irpef viene trattenuta direttamente e anticipatamente mese dopo mese, così il nostro ‘qualcuno’ aveva avuto la grandissima pensata di inviare a domicilio il 730 precompilato che i cittadini avrebbero dovuto solo controllare, eventualmente rettificare e rispedirlo per il tramite di un CAF.
Via la carta, così tutti avremmo risparmiato, aveva dichiarato enfatizzando al massimo le sue parole, forse qualcuno ci aveva creduto, qualche altro era forse scettico, qualcuno pensava che cosa si nasconde dietro quest’ idea?
Che trappola ci sta preparando? Che cosa si nasconde dietro quel battage che sa tanto di pubblicitario?
Passa poco tempo e, abbastanza in sordina, viene comunicato che non ci sarebbe stato l’invio a domicilio perché la carta costa e bisognava evitare ogni spreco, perciò bastava richiedere il pin personale che avrebbe dato l’accesso al sito del Ministero e ognuno avrebbe potuto vedere, controllare e apporre il proprio ok sul digitale mod 730.
Chi non sapeva usare un computer, dopo aver richiesto il pin avrebbe potuto servirsi di un commercialista o di un CAF,
ma… ma si sono dimenticati di coloro che, pur non essendo digitali o possedessero un computer il cui browser non avesse retto il peso del 730, persone che, fino all’ anno scorso potevano tranquillamente compilare il modello e inviarlo, tramite caf, free of charges, ovvero gratuitamente.
Quest’anno non è più possibile, ecco quello che nascondeva il provvedimento, quello che non è stato strombazzato, lo stato ( con la s minuscola) ha tagliato i suoi contributi ai caf, caricandoli inoltre della responsabilità dell’ esatta compilazione de 730, di tutti i 730 da loro trasmessi, perciò oggi la trasmissione costa minimo 70 euro, 140 per una coppia.
Ora, a parte il fatto che anche chi può fare da sé deve pagare per pagare le imposte, chi ha diritto ad un rimborso non superiore ai 70 euro chiaramente rinuncia a richiederlo, a meno che non sia un masochista e paghi di più per poter ricevere il meno.
Quindi le famose facilitazioni si rivelano un aggravio per il contribuente e, contestualmente, in una minore spesa per l’erario, eh si perché oltre a non sovvenzionare più i caf. l’ amministrazione godrà di risparmi dovuti alle mancate richieste di rimborso delle somme inferiori ai 70 euro per il singolo e a ben 140 euro per le coppie!
Facilitazioni? No aggravi e risparmi non per il contribuente ma per l’erario!
Come sempre a pagare sono quelli più vessati, quelli che non possono sfuggire neppure di 1 euro alle grinfie fameliche dello stato, incapace di scovare e far debitamente pagare gli evasori parziali o totali e, quando li scoprono, soprattutto se sono ricchi, potenti o famosi, abbonano loro buona parte del dovuto, eliminando altresì multe e interessi, trasformando centinaia o addirittura milioni di euro dovuti in pochi, miseri spiccioli.
E senza un briciolo di vergogna! Ora c’è la questione dell’adeguamento delle pensioni!
Altra presa per i fondelli, ci offrono un bonus, una regalia, invece della restituzione del maltolto!
Anche a coloro che godono di una pensione di ben 1243 euro mensili, con le quali, magari, devono mantenere una moglie e sovvenzionare figli disoccupati, anche a loro decurtano il dovuto in nome di che?
Della stabilità? Perché ce lo chiede l’Europa?
O perché è più semplice truffare i poveracci, le persone qualunque, che sanno non faranno mai ricorso perché non ne hanno i mezzi ne le competenze, mentre molti di loro continuano imperterriti a godere di vitalizi e pensioni, magari più di una?
Nonna Lì