Ultima modifica 14 Marzo 2013

Ieri sera abbiamo assistito, con trepidazione e anche un pizzico di curiosità, all’elezione del nuovo Papa.
E leggendo le notizie riguardo la sua vita, la prima parola che mi viene in mente è…sobrietà.
Jorge Mario Bergoglio, questo il suo nome, è nato a Buenos Aires 76 anni fa, da genitori di origine italiana. Il padre era un ferroviere piemontese, Mario, nato a Portacomaro in provincia di Asti, che è emigrato in Argentina a vent’anni come tanti italiani che in quel periodo lasciarono la loro terra per cercare fortuna nel nuovo continente.

A 22 anni entra nella Compagnia di Gesù e studia chimica oltre a filosofia e teologia. È stato ordinato sacerdote nel 1969 e nominato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e poi cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001.
Durante la dittatura militare che in Argentina prese il potere con il colpo di stato del 24 marzo del 1976, Bergoglio cercò di salvare preti e laici dai torturatori.

A Buenos Aires non ha mai vissuto nell’elegante palazzo ecclesiastico ma ha preferito un piccolo appartamento, molto semplice. Ha sempre vissuto a stretto contatto con i poveri, i malati di Aids, i carcerati, i senzatetto e i bambini in ospedale. Gira in autobus e in metro, come testimoniano le foto che stanno circolando in queste ore.
E anche ieri sera, durante la proclamazione niente Mozzetta, la mantellina rossa chiusa sul petto, nè Rocchetto, la sopravveste di pizzo bianco.
Ha salutato la folla  chiedendo una preghiera per sè e, con grande umiltà, ha chinato il capo ed è restato così in silenzio per una manciata di secondi.
«Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo…ma siamo qui» queste le sue prime parole.
Fedele al suo spirito e ai suoi ideali ha scelto un nome speciale, che trasmette pace e fratellanza: Francesco.

E’ il Papa dei primati: il primo pontefice di origine piemontese dai tempi di san Pio V, il primo latinoamericano della storia. Il primo gesuita. Speriamo anche il primo che possa dare una svolta alla Chiesa…
Ma già si leggono le prime critiche: alcuni lo accusano di non avere avuto parole di condanna pubblica durante la dittatura. E a che scopo, aggiungo io? Al prezzo della sua vita, che non avrebbe certo risolto il problema…Altri hanno ricordato la sua contrarietà ai matrimoni omosessuali, ma questo Pontefice è anche noto per i suoi rimproveri ai funzionari della Chiesa accusandoli di ipocrisia per essersi dimenticati che Gesù Cristo fece il bagno ai lebbrosi e mangiò con le prostitute!

Insomma…non sappiamo come andranno le cose, che cosà farà…a Lui vanno però il nostro augurio e le nostre preghiere!

Rachele Masi

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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