Ultima modifica 14 Dicembre 2017

Lo scorso 12 dicembre a Radio Deejay Federico Russo, Vic e Marisa hanno intervistato un papà “infiltrato” nei gruppi di Whatsapp solitamente appannaggio delle mamme.

Il quale, Raul il suo nome, ha raccontato le sue vicissitudini.

Raul racconta di essersi infiltrato per vivere questa “esperienza estrema” nei gruppi di Whatsapp delle mamme.

gruppi mamma whatsappE chi è mamma sa di cosa stiamo parlando.
Gruppi scuola, calcio, tennis, fioretto, curling, catechismo e kanjii giapponesi.
Perché noi mamme social e sociopatiche vogliamo sapere tutto e subito dei nostri pargoli.

Raul racconta di essersi inserito nella chat di classe della figlia. Con il nome di Laura.
Invitato a partecipare dalla moglie, sfinita dai continui messaggi.

E racconta.

Tra risate e battute ai confini del drammatico Raul ha confermato nella sua intervista a Radio Deejay che questa è una realtà che sfiora la follia. Soprattutto in casi  in cui 25 mamme e più devono concordare una qualche cosa come il regalo di Natale alle maestre.

Siamo arrivati anche a 980 (messaggi) al giorno” confessa inorridito.

gruppi di whatsapp

E io, caro Raul, che di professione principale faccio la risponditrice ufficiale delle chat di mamme, ti rispondo.

Non che l’argomento sia nuovo. Sui gruppi di Whatsapp, soprattutto a inizio anno scolastico se ne sono dette di ogni.

Ma io voglio proprio rispondere a te Raul/Laura, e dirti quello che penso di whatsapp e dei papà infiltrati nelle chat.

Odio le mamme che ringraziano.
Non sopporto quelle col dito all’insù che quando non è necessario lo tirano fuori lo stesso.
Odio i buongiorno, buonasera, buonanotte, buone feste e buon onomastico UBER ALLES.

Odio i video, le foto (tranne quelle che condividono le mie amiche sceme, con le quali ci facciamo grasse risate per alleggerire anche le giornate più pesanti) e i messaggi vocali.

gruppi di whatsapp

Detto questo ti rispondo ancora.

Amo whatsapp. Amo i gruppi di Whatsapp. Non tutti ma molti.

Io, madre di un teenager ribelle poco avvezzo allo studio come (quasi) tutti i teenager con l’ormone impazzito.

Lo amo perché mi consente di partecipare da lontano alle tante cose che altrimenti mi sfuggirebbero.
Lo amo per la sua comodità, per la sua velocità e per la sua praticità.

Perché se devo far vedere un lupetto bianco alla rappresentante di classe non devo appostarmi fuori scuola il 18 dicembre con -4° e un campione di stoffa per mostrare quanto sia bianco o pesante o di lana merinos.

Perché se mio figlio ha dimenticato il quaderno a scuola può studiare lo stesso. E non ditemi che così facendo non cresceranno mai. Perché se noi mamme 40enni a scuola elementare avessimo avuto whatsapp forse avremmo anche evitato qualche impreparato. Non sarà un messaggio wa a spianarci la strada della vita, ma forse l’interrogazione del giorno dopo sì.

A volte oltretutto riesci anche ad essere fortunata, e ad entrare in gruppi morigerati che con 5 messaggi risolvi le situazioni. E quando trovi questi non vorresti mai lasciarli…

E poi, caro papà Raul infiltrato col nome di Laura nei gruppi di Whatsapp, ti chiedo.

gruppi di whatsapp

Ma non è che ci prendete in giro, non capite come possiamo reggere ciò, ci prendete anche per pazze nullafacenti, ma, alla fine, vi fa anche un tantino comodo?

Senza contare che noi mamme ci scambiamo millemila messaggi, ma se voi papà infiltrati vedeste quanti se ne scambia una classe di liceo composta da 24 ragazze e 2 maschi ci prendereste (noi mamme) per delle pivelle (anche 1000 al giorno per darvi una misura)…

Non è che a giudicare siamo bravi tutti, ma se chiedessimo a voi di organizzarvi per comprare il regalo del Mister comincereste ad accampare scuse, tra tutte la superclassica “Ma io lavoro!”???

Ecco Raul, questo è quello che pensa una mamma social-aholic.

Se non sei d’accordo scrivimi.
Su whatsapp però!

® Riproduzione Riservata

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