Ultima modifica 30 Ottobre 2017
Oggi, 8 settembre, giorno della nascita della Madonna, è stata presentata la riforma del diritto processuale canonico che regola i processi per la nullità del matrimonio cattolico nella Sala Stampa della Santa Sede.
Oggi è stata una giornata importante per tutti i divorziati credenti in attesa di una sentenza di nullità del matrimonio che permetta loro di accostarsi ai sacramanenti o di risposarsi.
“Il Papa ha fortemente voluto questa riforma – ricorda Mons. Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana – ponendo al centro i poveri” e continua nell’articolo scritto per l’Osservatore Romano cioè i divorziati risposati o considerati lontani (…) per passare da quelle poche migliaia di nullità a quello smisurato numero di infelici che potrebbero avere la sentenza di nullità ” e invece a causa dei meccanismi non facili e dei costi spesso proibitivi non possono avere.
La riforma
Il Vescovo torna ad esercitare il ruolo di pastore e di giudice diretto della cause di nullità in modo diretto, potendo pronunciare sentenze e condurre il rito più breve, una procedura veloce per ottenere la sentenza quando ci siano prove conclamate.
La sentenza di I grado non è appellabile, se non in casi evidenti di mancato rispetto delle norme.
Soprattutto il Papa si augura che i processi siano gratuiti.
La nullità si può richiedere in caso di mancanza di fede che vizi il matrimonio fin dall’inizio con la falsa intenzione di rimanere tutta la vita con la stessa persona, l’errore che determina la volontà, l’aborto per impedire di avere un figlio, relazioni extraconiugali fisse, l’aver nascosto la sterilità o una grave malattia, l’aver taciuto l’esistenza di figli nati da precedenti relazioni, la carcerazione, una gravidanza imprevista di altro uomo, la violenza, la mancanza di uso della ragione provata da documenti medici.
La nuova riforma entra in vigore l’8 dicembre, altra data dedicata alla Madonna, e varrà per i procedimenti in corso e per i nuovi.
Sicuramente i Vescovi e la Chiesa saranno felici di accogliere a braccia aperte le richieste dei fedeli, e anche se ci vorrà il suo tempo, per garantire la gratuità e la brevità delle cause matrimoniali, Papa Francesco oggi ci ha regalato un nuovo capitolo di Papa dell’agire, dello scendere in mezzo alla sofferenza delle persone per alleviarla.
E le altre famiglie?
Poi la vera sorpresa, almeno per me che ho moltissimi amici omosessuali con figli, è stato l’intervento di uno dei giuristi canonici che ha parlato di ricomprendere questa riforma in una più ampia rivisitazione delle norme cattoliche relative alla famiglia perchè spesso “le norme nazionali impattano sulla normativa cattolica, ad esempio quando un figlio adottato da una coppia omosessuale viene battezzato giuridicamente la trascrizione non è regolamentata”.
Sono cattolica da una vita e sentire queste parole mi ha confermato che la mia Chiesa è questa, quella che apre le braccia per accogliere tutti, per alleviare sofferenze e lenire dolori interiori.
Forse non cambierà mai il principio del matrimonio cattolico, ma l’amore e la carità cristiana sono valori che mi hanno reso ciò che sono, una persona aperta e accogliente. La mia Madre Chiesa inizia ad assomigliare alla casa che vorrei.
Arianna Orazi