Ultima modifica 10 Agosto 2018
Tutto è iniziato nel lontano 2012 quando Claudia e Raffaella si conoscono per caso, entrambe mamme di due piccole pesti di 5 anni. Anche Samuele e Cristian si incontrano per la prima volta.
Giocano insieme e diventano subito amici, ma c’è una cosa che non possono fare: andare al parco giochi!
Infatti Cristian si sposta su una carrozzina con dei bellissimi copriruota verdi decorati da una ragnatela nera.
Cristian al parco non ci può andare perché i giochi sono raggiungibili solo tramite percorsi su ghiaia, erba o terra battuta con tanti dislivelli e le ruote non scorrono bene su terreni di questo tipo.
Non parliamo poi dei giochi: tutti dotati di scale, pareti di arrampicata, seggiolini di altalena sui quali si può dondolare solo se si è dotati di perfetto equilibrio e forza nelle gambe per spingersi avanti e indietro.
E per chi sta seduto in carrozzina?
Per chi ha poca forza nei muscoli?
La mamma di Cristian ha un’idea e la condivide con la sua “socia” Claudia: contattiamo il Sindaco e chiediamogli di rendere accessibile e inclusivo il parco giochi della città!
Dal 2012 ad oggi di cose ne son cambiate e tante!
Parchi per tutti.
È nato il blog “Parchi per Tutti” e anche un impegno concreto volto a sensibilizzare chiunque si occupi di aree gioco. Qualche parco della zona di Rimini oggi è davvero accessibile per tutti i bambini grazie ad alcune mamme caparbie che non si sono arrese, alle associazioni di volontariato, (tra cui UILDM Rimini), ai Comuni virtuosi; ad esempio nell’area giochi “Tutti a bordo!” di Rimini tutti possono andare in altalena, tutti possono andare sullo scivolo, tutti possono correre lungo i vialetti, ognuno a modo suo: chi a piedi, chi in carrozzina, chi con con il monopattino.
Non tutti i bambini sono fortunati come Samuele e Cristian ad avere un’area giochi inclusiva vicino a casa, in tante città italiane i bambini con disabilità non possono andare al parco giochi insieme ai loro amici.
Quanti sono i parchi gioco? Tanti, tantissimi!
Però sono pochissimi quelli inclusivi ovvero realizzati tenendo conto di tanti piccoli ma importantissimi accorgimenti che garantiscono a tutti i bambini di poter accedere e utilizzare le strutture gioco.
In Italia sono solamente una quarantina i parchi inclusivi mentre superano in totale il numero di 350 le aree dove sono stati installati solamente uno o al massimo due giochi fruibili da parte di tutti.
Numeri insignificanti se pensiamo agli 8.000 Comuni italiani.
Quest’anno UILDM, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, durante la Giornata Nazionale, (dal 1 al 16 Aprile), ha deciso di promuovere proprio il diritto al gioco con la campagna “Giocando si impara”.
L’obiettivo è infatti quello di rendere accessibili i parchi gioco dotandoli di giostre adatte anche ai bambini con disabilità.
Perché proprio il gioco?
Perché i bambini con disabilità, come tutti gli altri bambini, hanno bisogno di giocare!
Giocare insieme permette di fare amicizia, maturare affetti e crescere come adulti consapevoli.
Inoltre, giocare all’aperto, al parco o in un’area verde, permette di sperimentarsi nel proprio corpo e sviluppare la propria autonomia, indispensabile per sentirsi liberi, per essere liberi e sviluppare l’autostima e il rispetto per sé stessi e gli altri. Avere giochi e aree gioco alla portata di tutti i bambini significa far crescere le comunità e la società ed è un traguardo che si raggiunge insieme.
Fino al 19 Aprile potete contribuire inviando un sms al 45542 per donare 2 euro; chiamando da rete fissa è possibile scegliere se donare 2, 5 o 10 Euro.
Aiutiamo Claudia e Raffaella a garantire a tutti i bambini il diritto al gioco perché giocare con gli altri fa bene. A tutti.
Noi abbiamo appena mandato l’sms. Fatelo anche voi!