Ultima modifica 10 Ottobre 2019
In quasi tre anni che siamo qui, sto cominciando a conoscere un po’ di gente. E non ho potuto fare a meno di notare una cosa che proprio non immaginavo: sono davvero poche, fra le mie conoscenze, le donne lavoratrici… Ovviamente intendo che non hanno un impiego remunerato. Perché quello delle mamme è un lavoro eccome! Anzi, guardate questo video che è notevole e la dice lunga sul lavoro di MADRE: http://youtu.be/HB3xM93rXbY!
Comunque stamattina sono andata a cercare informazioni al riguardo ed ho scoperto che il Governo USA si sta facendo la stessa domanda. Due professori della Cornell University, Blau e Kahn, hanno fatto una ricerca dal titolo Why the U.S. has a lower rate of working women than Europe does (Perché gli USA hanno una percentuale di donne lavoratrici inferiore a quella dei paesi Europei). E per donne lavoratrici si intendono sia quelle effettivamente lavoratrici che quelle in cerca di lavoro.
C’è anche un interessante grafico che mostra come fra il 1990 e il 2010 la maggior parte dei paesi hanno incrementato il numero di donne lavoratrici, in particolare Spagna e Italia hanno avuto un notevole incremento. Mentre gli USA sono rimasti bloccati.
Nell’articolo che ho letto si fa un’analisi sui vari contratti di lavoro in favore delle donne lavoratrici: sembra che dal ’90 ad oggi negli USA non sia stato fatto alcun passo in avanti per tutelare le neo-mamme e per creare delle condizioni contrattuali che permettano alle donne di avere figli e lavorare allo stesso tempo. Infatti nel 1990 il contratto di lavoro Americano non prevedeva alcuna astensione obbligatoria per le neo-mamme o per le donne incinte. E così pure oggi: le neo-mamme che si astengono dal lavoro nei giorni immediatamente successivi al parto, non hanno diritto ad una retribuzione. Né al mantenimento del posto di lavoro.
Secondo questa ricerca, inoltre, sembra che in media la retta per il “child-care”, che corrisponde al nostro asilo-nido e asilo, sia aumentata drasticamente (fino al 70% in più). E qui non ci sono strutture pubbliche se non il Kindergarden dai 4-5 anni.
Nonostante questo sembra che negli USA l’incremento demografico si sia mantenuto costante mentre in Europa il ricorso all’adeguamento del contratto di lavoro, ha anche lo scopo di favorire un incremento demografico.
Va infine detto che negli USA, rispetto ad altri paesi Europei, le donne lavoratrici hanno più possibilità di raggiungere elevata professionalità e ruoli manageriali. Nonostante questo, le donne lavoratrici negli USA, scelgono come impiego prevalentemente quello di segretaria.
Ci basterebbe? Basterebbe ad una neo-mamma Italiana sapere di avere uguale diritto di carriera rispetto all’uomo ma che deve rinunciare ai 6 mesi di maternità?
Credo ci sia sempre una via di mezzo più giusta ed adeguata. Una donna lavoratrice ha diritto di godere appieno della gioia della maternità, esattamente come ha diritto, se vuole, di fare carriera.