Ultima modifica 24 Agosto 2020
Nei mesi scorsi si è discusso molto al riguardo del Flibanserin, la molecola alla base del farmaco, ancora non commercializzato in Italia, che molti media e commentatori hanno ribattezzato con il nome di “Viagra Rosa”.
Il Flibanserin è stato infatti presentato come il “corrispettivo” femminile della celebre pillolina azzurra che, negli ultimi 20 anni, ha risolto i problemi di intimità di molti uomini, sebbene, a ben guardare, i due farmaci non possano essere in alcune modo paragonati.
In qualità di farmacista, la domanda che spesso mi sento porre in merito a questo farmaco è: ma come funziona il Flibanserin?
Per questo motivo ho deciso di scrivere questo post: ok, parliamone, ma sopratutto facciamo chiarezza.
Farmaci e libido
In realtà il Flibanserin non ha assolutamente nulla a che spartire con il Viagra, se non il fatto che, come per quest’ultimo, la scoperta del suo curioso impiego sia giunta quasi per caso. Il Flibanserin infatti era stato in principio sviluppato per il trattamento di alcuni stati depressivi. L‘aumento della libido nelle donne, in altre parole, è stato una sorta di effetto collaterale non previsto.
Il Flibanserin, infatti, agisce sul cervello modificando l’equilibrio di sostanze come dopamina e serotonina.
Farmaci e psiche
Il viagra rosa, dunque, è stato innanzitutto progettato come un farmaco per la “testa”, e questo lascia intendere con sufficiente chiarezza dove risiedano le più significative “leve” dalla libido femminile.
Ma quando si mette in mezzo una cosa come il cervello – non certo la cosa più semplice dell’universo – le cose si complicano sempre un po’. Riuscire a dimostrare la comprovata efficacia ed i benefici del Flibanserin sulla libido femminile non è stato un percorso lineare e, negli Stati Uniti, il processo di autorizzazione del farmaco ha subito diverse battute di arresto prima di arrivare sul mercato.
Maschilismo Istituzionale?
In Europa e in Italia non si hanno ancora notizie certe su una sua possibile commercializzazione, tanto che c’è chi ha ipotizzato che esista una sorta di maschilismo istituzionale.
In realtà non c’è nessuna volontà di censura o maschilismo dietro questa mancata autorizzazione da parte delle autorità competenti, quanto piuttosto la corretta necessità di verificare l’efficacia nel curare questa “patologia”.
Quando si tratta di farmaci, verificare ed informarsi, sono delle cautele in più che non possono essere considerate un eccesso di scrupoli. Anche quando c’è di mezzo un argomento impellente come il sesso e l’equilibrio nella propria vita sessuale.
Dott.ssa Luana Longo