Ultima modifica 18 Aprile 2015

Boom dei casi di influenza in Italia, con il raddoppio tra i bambini e un netto aumento fra i giovani adulti. Secondo l’ultimo aggiornamento dei medici sentinella di Influnet, relativo alla settimana dal 12 al 18 gennaio, “il numero di casi stimati è pari a circa 519 mila per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1.911.000 casi”.

Asili nido, scuole materne, primarie e via a salire fino agli uffici dei dirigenti massimi italiani, le siede vuote e le assenze per influenza sono in questi giorni tutte intorno a noi.

picco influenza

Come prevenire

1) Vaccinarsi: è stato deciso di  ”prolungare i termini della campagna vaccinale”, solitamente fissati da ottobre a fine dicembre, come indicato  dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, anche a fronte dei dati  dei casi nelle ultime settimane, per un numero complessivo di italiani costretti a letto dai virus stagionali che ha superato quota 1,3 milioni, e visto che il picco di casi è previsto per metà febbraio, il consiglio è dunque quello di vaccinarsi, rifuggendo ”dalla psicosi antivaccini e dalle campagne disinformative sul tema che – ha affermato Lorenzin – dilagano in rete”.

2) Lavarsi le mani con acqua e sapone, sempre e comunque per eliminare trasmissione di virus.

3) Arieggiare spesso gli ambienti, infatti, per far cambiare l’aria dove viaggiano i virus e per pulire l’aria delle stanze dove spesso è viziata e quindi ad alto rischio di infezione.

4) Non coprirsi eccessivamente e soprattutto non farlo con i bambini, il cui metabolismo è più veloce del nostro e la loro percezione del caldo diversa quindi.

E se comunque arriva la febbre?

La terapia

L’influenza, quest’anno, colpisce particolarmente lo stomaco, per cui è necessario prevenire la disidratazione, soprattutto nei bambini, che rischiano in caso di mancanza di liquidi di essere ricoverati per fare la flebo. E allora via a piccoli sorsi d’acqua ogni 30 minuti, se particolarmente piccoli va bene il latte materno o poca acqua in un cucchiaino.

Soprattutto valgono le regole delle nostre nonne: letto, latte e lana.

Vale a dire riposo assoluto per i bambini soprattutto e cosi magari diamo libero accesso alla tv in nostra compagnia e ai giochi elettronici, ma non alle corse a i salti; Bere molto (anche se non solo latte) e lana inteso come stare al caldo.

Quando chiamare il pediatra?

Il Pediatra, invece, va decisamente consultato, e con priorità assoluta, se il bambini mostra i seguenti sintomi:

  • abbondante secrezione dal naso di muco giallo – verdastro;
  • forte dolore alle orecchie, per escludere che vi sia una otite in atto;
  • tosse continua, insistente, stizzosa, secca o produttiva;
  • febbre molto alta o che che non accenna a diminuire dopo 3 – 4 giorni;
  • se il bambino peggiora, non risponde a sufficienza agli stimoli, se la febbre persiste anche dopo somministrazione di antipiretici, se compare vomito ripetuto.

La convalescenza

I pediatri consigliano almeno 5 giorni, ma se si arriva a 7 è meglio: dopo essere stati a letto a causa dell`influenza una buona convalescenza è indispensabile evitare di riammalarsi e di evitare di riportare i bambini a scuola prima del tempo: “Sarebbe buona norma farli stare tranquilli per una settimana dopo la malattia, evitando di riportarli subito a scuola e all`asilo e di reinserirli nelle loro attività pomeridiane extrascolastiche che, anche se sono un divertimento, risultano pur sempre impegnative”.

Arianna Orazi

Zingara senza scarpe, madre di Tommaso e Flavia gemelli di 7 anni e di Lorenzo (detto "Nanuzz") di 2 anni. Bilingue, trimamma, monogama ed eclettica navigo tra fettuccia e scrittura.

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