Ultima modifica 2 Novembre 2020
In questi giorni fioccano consigli, più o meno originali, sul come intrattenere i bambini durante le festività. Lavoretti e oggettini vari da creare con le proprie mani con risultati deliziosi che regalano effettivamente tanta soddisfazione.
Ma tutte queste attività, per quanto istruttive, hanno in comune due pecche: se sono troppo articolati rischiano di stancare i più piccoli che, ricordiamocene, hanno una soglia di attenzione piuttosto limitata, e spesso richiedono una sorta di caccia al tesoro per reperire i materiali necessari.
Se come al solito il tempo è tiranno e la fantasia scarseggia, cosa inventarsi al volo per giocare e divertirsi assieme ai propri piccoli?
Il jolly di ogni genitore degno di questo nome è, da anni, la manipolazione della pasta di sale.
Non esiste mamma o papà nell’universo esplorato che non conoscano a memoria le dosi per mettere in piedi un gioco educativo, divertente e soprattutto economico.
La pasta di sale è sicuramente un’attività consigliabile anche per i bimbi più piccoli, ma non è esattamente una specialità gastronomica.
Molti bambini, scontato precisarlo, amano sperimentarne il sapore.
Poco male per la salute, gli ingredienti sono edibili, ma come la mettiamo con il gusto?
Perché allora non “inventarsi” (si fa per dire) un qualcosa che abbia comunque a che fare con la manipolazione, che metta allegramente a soqquadro la casa, che infarini da capo a piedi i nostri bimbi, ma che produca come risultato finale quello di poter mangiare il frutto delle nostre “fatiche”?
Lo dice Auguste Gusteau, l’idolo di Rémy, il delizioso piccolo chef di Ratatouille: “Chiunque può cucinare“.
Compresi ovviamente topini talentuosi e cuccioli d’uomo.
Allora provate a infilare un grembiule ai vostri bambini e metteteli alla prova: i giochi più divertenti sono anche i più semplici e i più antichi.
Chi di voi non ricorda ancora con piacere di quando dava una mano alla mamma a cucinare?
Chi fra le bambine adesso quarantenni non ha chiesto a Babbo Natale il Dolce Forno?
Chi fra i maschietti oggi nerboruti non ha aiutato il papà a mettere su il caffè o la nonna a preparare la lasagna?
Cucinare per gli altri è un atto d’amore, ce lo insegnano da sempre le nostre nonne. Quale dono migliore potremmo fare ai nostri figli se non quello di regalare loro importanza, di farli sentire grandi al punto di mettere in pentola qualcosa che poi mangeranno sicuramente con entusiasmo, perché “l’hanno fatto loro”?
Cosa importa se i tortellini saranno venuti un po’ stortignaccoli o se il ragù non sarà perfettamente addensato? Come afferma saggiamente Anton Ego: “L’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.”
Mettere mano ai fornelli assieme alla mamma, e possibilmente in compagnia anche di papà, è un gioco meraviglioso.
Se pensate che cucinare assieme ai bambini sia dispendioso in termini di tempo, provate a vedere le cose sotto un’altra prospettiva: è più conveniente essere interrotti ogni trenta secondi perchè i piccoli richiedono continuamente la nostra attenzione, oppure si fa prima a mettergli in mano una forchetta e a chiedergli di sbattere loro le uova per preparare una frittata?
Sì, d’accordo, a fine operazione non ritroverete più la ciotola, e probabilmente neanche i bambini, ma fidatevi: a conti fatti impiegherete meno tempo a ripulire la cucina devastata dai vostri esperimenti gastronomici che non a tenere a bada dei figli che si sentono trascurati.
Provate a cogliere il nostro piccolo suggerimento e fateci sapere come è andata.
Ricordatevi che uno dei cartoni animati più intelligenti degli ultimi tempi è “Ratatouille”. Beh… A dirla tutta ci sarebbe anche “Piovono polpette” ma, con le dovute precauzioni, i cieli della terra continueranno a produrre soltanto pioggia.
E neve, visto il periodo, tantissima neve…