Ultima modifica 7 Maggio 2019
Piccolo blu e piccolo giallo, di Leo Lionni
Oggi vi parlerò di un libro pericolosissimo, che a giusta ragione è stato messo all’indice come corruttore della gioventù.
Il libro è Piccolo blu e piccolo giallo e, per carità, non leggetelo ai vostri figli!
Un po’ di backstory: nel luglio del 2015 salì agli onori della cronaca la meritevole iniziativa del neoeletto sindaco di Venezia volta a salvaguardare il benessere psicofisico dei lettori più giovani. Il sindaco, spalleggiato da una commissione di esperti illuminati, individuò una serie di volumetti tendenziosi e ordinò che fossero rimossi dalle biblioteche delle scuole della laguna. Fu uno dei suoi primi provvedimenti appena insediato, come a voler stabilire solennemente la sua priorità, ovvero eradicare completamente la pericolosissima ideologia gender dal territorio da lui gestito.
Invece di essere grati all’eroico amministratore per la coraggiosa risoluzione, un gran numero di giornalisti viziosi lo espose alla pubblica gogna denunciando l’iniziativa come medievale.
Tra i libri incriminati, abbiamo detto Piccolo blu e piccolo giallo e coi bambini lo abbiamo letto al solo scopo di farne una recensione e mettervi in guardia.
Probabilmente dovrò pagare loro la psicoterapia a vita.
Questa la storia: Piccolo blu, una macchia di colore dalla lasciva forma tondeggiante vive con la mamma e il papà, ha molti amici, va a scuola e il suo migliore amico è Piccolo giallo, non un altro blu come lui, ma un giallo.
E già così… Un giorno la mamma di Piccolo blu esce e gli raccomanda di rimanere in casa ad aspettarlo.
Il piccolo scostumato però disobbedisce e va fuori per giocare col suo amico Piccolo giallo. Ma non lo trova.
Disperato, lo cerca ovunque e, quando alla fine lo incontra, per la felicità lo abbraccia forte. Nell’abbraccio, i loro colori si mischiano e il ragazzo torna a casa che è diventato verde. Pure l’altro piccolo è diventato verde.
Santa pace, amici, VERDE! Esiste un colore più lussurioso del verde?
Se i miei figli tornassero a casa verdi li iscriverei subito alla scuola militare!
E infatti i poveri genitori non riconoscono mica i loro bambini, e le macchioline piangono, piangono e piangono finché si sciolgono e non diventano che lacrime, tante lacrime blu e lacrime gialle. Il giusto pentimento li ricompone in ciò che prima erano e Piccolo blu, insieme a Piccolo giallo, ritorna a casa Blu per dar la buona notizia ai disperati genitori.
Felicissimi di averlo ritrovato, tutti si abbracciano e mamma e papà si accorgono che, nello stringere il giallo, diventano un po’ verdi pure loro. Ma a questo punto la depravazione colpisce tutti, perché, pensate, sono addirittura felici! Tutti insieme vanno a raccontarlo ai signori Giallo, tutti si abbracciano di nuovo, si mischiano e giocano fino all’ora di cena.
Io non so mica cosa avesse in testa Lionni quando ha pensato a questo racconto! Che se interagiamo con persone diverse, poi lo scambio di idee rende differenti anche noi? Che si può essere amici dei gialli anche se noi siamo di un altro colore?
Che lo scambio, che sia culturale, linguistico, sociale, quello che vi pare, completa – e NON mette in pericolo- la nostra identità? Ma che assurdità!
E sapete qual è la cosa più irragionevole? Che questo libro è addirittura un classico della letteratura per bambini, che da sessant’anni viene considerato un poetico inno all’amicizia, che si trova in tutte le biblioteche, che viene letto da tutte le maestre d’asilo. Che la gente addirittura si emoziona per la delicatezza delle immagini e della storia. Ma per favore!
Quegli sporcaccioni di Babalibri lo hanno perfino ripubblicato, in un’edizione accompagnata da un cd con l’interpretazione (sicuramente libidinosa) di Anna Bonaiuto accompagnata al piano da Carlo Bernava.
Insomma, io ve l’ho detto. Evitate di leggerlo.
Potreste scoprire di avere un cuore e un cervello, che di questi tempi non va manco troppo di moda.
Quando nostro figlio era piccolo, l’illuminato parere del sindaco ancora non era stato esternato, pertanto soli, senza questo prezioso aiuto pedagogico, anche noi, irretiti dal testo abilmente congeniato dall’astuto autore , abbiamo purtroppo somministrato al giovane questa nefandezza insieme ad altre, sempre partorite dalla medesima mente perversa. Siamo stati fortunati perche’ almeno in apparenza, sembra che non ne abbia riportato conseguenze durature, ma solo il tempo potra’ giudicare.
Aggiungo che si vede che libri cosi’ purtroppo sono sempre piu’ rari e se ne sente terrificantemente la mancanza.