Ultima modifica 14 Giugno 2013


La Cina. Ormai è parte integrante della nostra società Italiana. Una società per nulla pronta al cambiamento. E soprattutto così diversa in mille sfaccettature. L’oriente e l’occidente. Lontani ma ormai indissolubilmente legati. La Cina e la sua scrittura così diversa, i loro abiti così millenari ma attuali, il loro oroscopo animale, le loro tradizioni antiche e silenziose.

E questa distanza così profonda è difficile da colmare. E la loro distanza ( unita alla nostra anche se ovviamente noi non la vediamo ) ce li rende …come dire…”antipatici” ? Loro non si integrano, parlano una lingua impossibile da capire, mangiano i cani e sono tutti uguali. In breve la descrizione di un cinese per un italiano, dico bene? Certo che è solo ignoranza. Sono parole sciocche come lo sarebbe e lo è quando Italiano è uguale  a pizza, mafia e mandolino…No? Ma anche se riteniamo ingiusto quando ci generalizzano in queste categorie banali siamo sempre noi i primi a farlo. Essere ignoranti è molto più facile che cercare di capire e studiare le differenze. Capire da dove vengono, il perché un popolo ha certe caratteristiche.

Poi si leggono le notizie. Da tutto il mondo anche quello cinese. Ne avevo già parlato di regole, leggi cinesi assurde. Dove le donne e la vita che donano sembra contare davvero poco. Ma non per il popolo cinese. Per chi li governa. Come non credo che gli italiani siano tutti falsi e bugiardi come chi ci governa. La notizia che mi è stata riportata dice “in Cina arriva una tassa per le donne che hanno avuto figli al di fuori del matrimonio”.

Ora ditemi quanto credete che sia la cultura cinese o piuttosto la follia di chi governa quel popolo. Solo l’ignoranza vi porterebbe a rispondere alla seconda opzione. Questo non vuol dire che condivido tutto della loro cultura, come non la condivido di quella araba e, se è per questo, nemmeno della nostra Italiana. Che tanto amo e che mi fa però tanto arrabbiare a volte….

Ci sono molti binomi che non legano insieme: ignoranza e integrazione razziale. Legge e disuguaglianza civile ed economica. Tasse e vita. La vita non si può tassare. Come spesso non si può programmare, decidere, scegliere. La vita va solo tutelata, protetta. Dalla donna che la porta in grembo fino allo stato, alle leggi e a che le emulga e le dovrebbe far rispettare. Ma che questo accada troppo  poco spesso ormai è palese agli occhi di chiunque non sia accecato dalla falsità, dall’egoismo e dalla solita peste dell’ignoranza.

Una donna partorisce un figlio al di fuori del matrimonio e deve pagare? Una donna? E l’uomo che ne è per metà responsabile? Che ruolo ha in tutto questo? A quanto ammonta la sua tassa da pagare? Quanto si quantifica il suo apporto? E’ la colpa è di essere una cattiva cittadina? Una cattiva persona, esatto? Perché chi non è sposato non è degno di ricevere ciò che ha chi lo è? Le stesse leggi, doveri e privilegi o le stesse tasse ? E’ così gretto, primitivo, insulso e indegno che fatico a credere che potrà davvero succedere.
Me lo auguro. Perché è come tornare indietro. E l’uomo e la sua storia possono e devono andare avanti non indietro. Quando nelle caverne non si badava forse ai sentimenti più profondi o alle implicazioni psicologiche almeno avevamo la scusa nemmeno troppo banale della sopravvivenza. Mangiare, cacciare e riprodursi. Per sopravvivere e continuare a vivere come specie. E questo si è un istinto primordiale. Il matrimonio e le leggi sono venute dopo. Il matrimonio che sancisce un amore rendendolo pubblico, ufficiale. Noto. E le leggi, tutte le leggi a tutela dei deboli, dei bisognosi e della giustizia. In teoria.

Ma nell’evolverci abbiamo dimenticato tutto questo, a volte. E allora una donna non sposata diventa un costo, un problema o una vergogna, non so. E la si tassa. Come merce, come una cosa costosa e difficile…Mentre il buon senso e la mia umanità mi spinge a pensare che forse una donna sola se non possiede lei i mezzi o un uomo e padre degno di questi nomi dal nobile significato,  che si assuma la responsabilità di avere un figlio e quindi anche il suo mantenimento. debba essere aiutata proprio dalla legge.
Che sostituisca la mancanza del denaro e di un padre per quanto possibile per aiutare una nuova vita a vivere. Per non parlare dell’amore.. Forse arriverà una tassa anche per l’amore. Una donna troppo poco amata ? Tassiamola. Una donna brutta ? Tassiamola.
Nel mio precedente articolo parlavo di quanto fosse inutile per il governo cinese una vita femminile economicamente parlando. E ora lo stesso. Di nuovo quel binomio assurdo e inaccettabile soldi e una nuova vita. E la solita arrogante e assurda “moda” che tratta la donna fonte unica e insostituibile di vita come merce, peso, oggetto.

La storia umana va avanti in tutti i campi. Eccetto che per come viene vista e trattata la donna. E nonostante le tante conquiste siamo ancora qui. A parlare, leggere e sentire di donne violentate, uccise, perseguitate. Donne a cui viene impedito di dare la vita per soldi. O che viene tassata se la da al di fuori di alcune regole sociali. Quelle stesse che se davvero si vogliono definire sociali dovrebbero invece fare l’opposto: tutelare e proteggere e amare. Tre parole che si sposano benissimo con una nuova vita. Non con il governo cinese, evidentemente.

Nathalie Scopelliti

 

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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