Ultima modifica 6 Giugno 2022
Non so se capita anche a voi di vedere sempre più spesso i vostri figli fare ricerche usando youtube. Complice la pandemia che ha costretto tutti alla DaD e alla conseguente necessità di essere sempre più digitali, ma ancora oggi che si è tornati fortunatamente in presenza si tende ad utilizzare video e audio per studiare.
Un bene? Secondo me si.
Nuove abitudini. Nuovi modi di esplorare il mondo. Un modo positivo, e consapevole per utilizzare la tecnologia che oggi è a disposizione dei ragazzi.
Ecco perchè abbiamo deciso di presentarvi un progetto che ci è piaciuto fin da subito.
Lo ha pensato la Rizzoli Education, che ha trasformato cio’ che è stato un vero e proprio salvagente in pandemia in una piattaforma ricca di contenuti, realizzando Podcast con serie originali, progettate e scritte dalle proprie redazioni.
I podcast sono rivolti a tutti i cicli scolastici: primaria, secondaria di 1° e 2° grado.
Ne ho parlato a lungo con la Direttrice Editoriale Alessandra Porcelli, da cui mi sono fatta spiegare meglio come nasce questa idea e come verrà portata aventi.
Come nasce questa idea?
Diciamo che questa idea nasce da prima della pandemia. Anche se solo dopo questa è diventata un’esigenza. Ormai strutturare corsi sfruttando canali differenti è un’esigenza. Anche nelle classi che sono fortemente eterogenee e multilivello, per veicolare i contenuti è necessario adattarsi e utilizzare linguaggi diversi, il più vari possibilie.
In effetti, avendo anche io a che fare con il mondo della scuola, mi sono resa conto che i bambini sono nati digitali e funzionano in modo diverso. Voi avete colto subito questa esigenza…
Assolutamente si. L’avevamo già colta, ma la pandemia ha sicuramente affrettato i tempi. Sono stati gli insegnanti stessi ad attivarsi. A chiedere chiarimenti, a cercare nuovi strumenti adatti all’innovazione digitale. Noi siamo in campo da sempre nella formazione e ovviamente abbiamo risposto.
Perché entrare nel mondo dei podcast?
Perchè è uno strumento nuovo, ha una sua importanza a livello internazionale ormai. E noi abbiamo pensato di coinvolgere i nostri autori in questo progetto. Il risultato è un’offerta di podcast originali per una proposta ampia che comprende discipline, temi, target, stili narrativi molto diversi tra loro. Audio racconti, approfondimenti, consigli di lettura. La storia, l’arte, la scienza, la geografia, le lingue. Il racconto di uomini e donne che hanno reso il mondo un posto migliore. Alla trasversalità dei temi, come ci si aspetta da una grande casa editrice, è stata unita una grande attenzione alla qualità perché se è vero che in un podcast è la voce il primo elemento a colpire, quando si fa “play”, sono poi i contenuti che spingono a proseguire nell’ascolto delle diverse puntate. E noi su questo possiamo offrire un certificato di qualità unico, in quanto chi è entrato nel progetto appartiene già alla nostra rosa di autori.
È possibile avere un’anteprima?
Certo, le anteprime sono già disponibili sul sito della www.rizzolieducation.it/podcast, come trailer. Da settembre invece saranno disponibili in piattaforma streaker, nel formato integrale.
Quale obiettivo vi siete dati?
Sicuramente avvicinarsi ancora di più agli insegnanti. I nostri contenuti sono pensati per sensibilizzare e attivare una collaborazione sempre più stretta con la scuola. Noi curiamo la formazione personale degli insegnanti affinchè questa sia il motore per elaborare nuove strategie da utilizzare con gli studenti. Noi cerchiamo di coinvolgere e motivare, in modo tale da incoraggiare gli insegnanti a fare lo stesso con i propri ragazzi.Ovvio che il podcast non va a sostituire, ma è un ampliamento, è uno strumento che avvicina alle discipline, veicolando contenuti accattivanti.
Facciamo un esempio?
Pensiamo ad una serie sulla “Storia di collezionisti famosi” all’interno di un percorso di Storia dell’Arte. Non sostituisce, ma stimola la curiosità e favorisce l’apprendimento.
Questo tipo di approccio è vicino a quello che adesso identifichiamo come UDL (Universal Design for Learning), nella misura in cui andiamo ad utilizzare strumenti diversi per arrivare ai diversi stili di apprendimento, corretto?
Esatto. Noi puntiamo sull’innovazione didattica. Abbiamo anche il Progetto Innova, proprio per favorire la formazione su quelle che possono considerarsi strategie innovative, come la didattica cooperativa per esempio. Nell’ottica di svecchiare il sistema ed arrivare alle nuove generazioni.
Non contente, Monica ha disturbato anche Massimiliano Prato Responsabile Marketing e Comunicazione di Rizzoli Education che ha subito sottolineato l’attenzione alla qualità dei contenuti.
Immaginate un argomento, che sia arte, storia o matematica.
La professoressa che invita gli studenti ad ascoltare il podcast pori approfondire in classe. Un dibattito sano e costruttivo, dove i ragazzi partecipano direttamente.
Sono parte della lezione.
Il podcast potrebbe diminuire il divario tra adolescenti e professori.
Lo stesso cellulare potrebbe diventare un complice…
Uno strumento utile, quasi fondamentale per l’istruzione.
Non più solo un oggetto per il divertimento.
E, se oltre ad ascoltarlo, i ragazzi imparassero a realizzare un podcast? E quindi questo diventasse parte integrante della ricerca?
Un lavoro di gruppo tra adolescenti e professori.
Obiettivo finale: imparare. Usare i mezzi che oggi hanno a disposizione per crescere informatI. E farlo bene, la qualità è sempre il collante fondamentale di tutto.
Una nuova scuola, una nuova didattica. Podcast integrati con l’attività dei prof.
Non più ore chinati sui libri, ma anche ascolto attivo.
Vedo già mio figlio con le cuffie assorto nei suoi pensieri rispondere alla più classica delle domande ( ma non hai da studiare per domani?? ) con: ‘ Mamma, ma sto già studiando’.
E la cosa mi piace parecchio. Perchè vuol dire avvicinarsi al loro mondo.
Aver trovato un modo per comunicare con loro anche con argomenti non proprio facili da digerire.
Donatella e Monica