Ultima modifica 16 Giugno 2023
Tutte noi che leggiamo, e io che scrivo, siamo figli degli anni ’80: il boom di TV e videogiochi.
Si, andavamo ai giardini, giocavamo alla “vecchia maniera”, ma la maggior parte del tempo eravamo parcheggiati.
Un po’ perché non si conosceva il danno che questa scatola luminosa poteva fare, un po’ perché i nostri genitori non avevano l’attenzione che molti oggi hanno.
Molti, perché molti altri sono “vecchio stile” nel senso che una volta fatti i figli in qualche modo vengono su.
Abbiamo tutti mille cose da fare e si stava meglio quando si stava peggio.
Senza i figli avevamo un sacco di tempo, ma perché farli se poi non dedichiamo loro il nostro tempo?
Non si tratta di mille anni, né di venti.
Si tratta di star dietro alla loro crescita almeno per i primi 15, che poi se si è fatto un buon lavoro per i primi 10 poi il resto vien da sé.
Sono sempre stata una decisa oppositrice della TV.
Fino a 3 anni mio figlio praticamente si può dire che non l’avesse mai vista accesa.
Mi prendeva in giro una mia amica perché c’era la regola che se era bravo tutta la settimana poteva vedere 90 secondi di Peppa Pig. 90 Secondi.
E lui era felice così.
L’ingresso alla materna ha decretato un’allargamento della mia manica: ho introdotto il giovedì sera un cartone lungo e adesso (4 anni) il pomeriggio guarda un’ora di TV.
Una cosa ho notato e infatti sto facendo marcia indietro alla velocità della luce: se guarda la televisione per più di un quarto d’ora diventa strano.
Lagnoso, molle, stordito, sembra fatto di morfina.
Ci sono poi i ragazzini più grandi, che anche figli di genitori che li hanno seguiti e che si sono dannati l’anima per tenerli lontani dal Demonio Tv/Play Station, si ritrovano con i figli attaccati ai joystick (che poi … forse non si chiamano più così) con le cuffie in testa ad abbrutirsi.
Quindi?
Come polverizziamo la Play Station a colpi di libro ?
Naturalmente spaccandocelo sopra!
Scherzi a parte, la soluzione non è così semplice, ma ho una riflessione per voi.
Tutto nella vita può essere una fase e ben vengano le fasi se poi, quelle negative, servono per capire che si è sbagliato.
Giocare alla Play Station o guardare cartoni in TV serve esattamente come leggere un libro, e anche di questi ultimi non è salutare abusarne se ci scollano dalla realtà al punto da non confrontarsi mai con gli altri bambini.
Come ad esempio era per me da piccola: leggevo così tanto che non mi interessava parlare con gli altri, perché il libro era una coperta di Linus, certo sempre meglio il libro che lo schermo, ma comunque non ero seguita da un adulto.
Leggevo e tanto bastava a inorgoglire i miei.
E allora?
E allora ho conosciuto ragazzini che pur giocando alla Play Station o stando davanti al PC lo facevano in modo “responsabile”.
Leggevano e si documentavano sui programmi, qualcuno ha imparato bene l’inglese per poter comunicare con gli avversari e tutti certamente avevano alle spalle un genitore che sapeva dire: “Basta” al momento giusto.
Quindi polverizziamo la Play Station a colpi di libro ?
Ni.
Gioca responsabilmente, per parafrasare una nota pubblicità.
Leggere significa, come diceva Rodari, avere il genitore a disposizione, tutto per sé.
Ecco sfruttiamo questo pensiero.
Prendiamoci dei momenti per stare con i nostri bambini anche se sono grandi, perché in fin dei conti sono sempre piccoli.
I nostri piccoli.
Oggi una collega mi ha raccontato questo episodio e ve lo riporto come esempio, come spunto.
La figlia ha iniziato le medie a settembre e oggi aveva una verifica di storia, per cui si sono messe in cameretta a ripassare. Ma nell’altra stanza c’erano i fratellini di 5 anni che erano da soli alla tv.
Non le piaceva lasciarli lì da soli e così ha detto loro di unirsi al ripasso.
Che noia, ripassare Cristoforo Colombo a 5 anni.
Assolutamente no!
La storia noiosa di un genovese che è partito in caravella con date e nomi è diventata una meravigliosa avventura per mari in tempesta con scoperte affascinanti, popoli sconosciuti …
I piccolini erano incantati e la sorella ha ripassato, certo perdendo un po’ di tempo in chiacchiere, ma comunque la TV è stata spenta tutto il tempo a favore di un racconto e di un momento di aggregazione familiare!
Pensateci.