Ultima modifica 16 Marzo 2020

Povero Pinocchio – storia di un bambino di legno è una graphic novel molto particolare.
Partiamo dal presupposto che la storia di Pinocchio è tra quelle che preferisco.
L’ho letto diverse volte ai miei figli.
Abbiamo visto il film al cinema e anche la vecchia serie televisiva.

Pinocchio, per la nostra famiglia rappresenta “la storia”.

Se pensiamo però all’originale di Collodi, è chiaro che questa non può essere considerata tale. È un raffinato adattamento in chiave moderna.
La particolarità è che la narrazione si svolge su due diversi livelli temporali.

Abbiamo da una parte il burattino, con cui ripercorriamo alcuni momenti salienti della storia che conosciamo.
Dall’altra abbiamo Pinocchio bambino, che ci offre un’appassionata riflessione sulla sua nuova vita.

Si interroga sulla reale volontà di essere un bambino e sul desiderio opposto di rimanere burattino per sempre. Un burattino, infatti, non può crescere e diventare adulto.

Nell’originale di Collodi, il sogno più grande di Pinocchio è quello di diventare un bambino in carne ed ossa e di potersi sentire come gli altri. In questo fumetto, al contrario, viene realizzato un cambio di prospettiva.

pinocchio

Pinocchio è già un bambino.

E comincia a prendere coscienza del fatto, che sarà costretto a crescere.
A diventare un adulto. E questo di sicuro complicherà le cose.
Da un lato c’è il desiderio di diventare adulto, ma dall’altro c’è la paura di tale passaggio.
Questa è l’ambivalenza, che caratterizza ogni passaggio da ciò che si conosce verso ciò che non si conosce. La paura di venire omologati e incastrati in uno stereotipo.

In un’idea di persona, che non ci appartiene e non corrisponde a quello che siamo.
La paura di adattarci a quello che gli altri si aspettano e quindi di essere più simile a loro che a noi stessi.

Il bambino del nostro fumetto è pieno di dubbi rispetto alla sua attuale vita.

Guarda con grande rammarico alla sua vita passata di burattino.
Eh già, perché un burattino può permettersi di essere spensierato di seguire i suoi desideri. Può prendere decisioni senza starci troppo a pensare.
È libero di cercare la felicità e la soddisfazione degli impulsi.

Pinocchio bambino non è poi più così sicuro di voler crescere.

Gli adulti devono rispettare le regole. Hanno doveri da perseguire prima che piaceri. Devono riflettere e agire con coscienza.
E poi dicono un sacco di bugie! Si può dire che sono guidati “da fili invisibili” proprio come i burattini. Anzi! Pinocchio ricorda che da burattino i fili proprio non li aveva!
Ed era libero di vivere a suo piacimento.

Le tavole sono veramente molto belle.

Caratterizzate da disegni realizzati ad acquerello.
Ho letto il fumetto con mio figlio Gabriele che ha 6 anni.
Ma ho fatto vedere le immagini anche alle mie figlie più piccole (Gaia 4 e Zoe 2 anni).

pinocchio

Loro conoscono molto bene la storia, quindi hanno potuto ritrovare gli episodi presi dall’originale. Hanno apprezzato la bellezza dei disegni, così delicati e accattivanti.

Con Gabriele poi abbiamo colto il messaggio che c’è sotto.

Abbiamo visto Pinocchio bambino avere paura del mondo dei grandi.
Aver paura di non poter essere quello che vuole.
Aver paura delle responsabilità e delle richieste che aumentano.
E questo può realmente succedere a tutti.
Anche per noi adulti è l’occasione di riflettere su un grande interrogativo.
È possibile conservare lo spirito di un bambino e vivere liberi dalle convenzioni sociali? Prende così voce il desiderio di poter tornare alla spensieratezza e alla libertà del bambino.

Una graphic novel da collezione!

Dettagli tecnici
TESTO: Alessandro Bilotta
ILLUSTRAZIONI: Emiliano Mammucari
EDIZIONE: Edizioni Star Comics
PREZZO: 12,90 euro
Consigliato dai 7/8 anni in su

40 anni, sono nata e vivo a Roma nello storico e suggestivo quartiere della Garbatella. Insegnante, psicologa/psicoterapeuta, mamma di tre piccole pesti: Gabriele 6 anni, “l’ingegnere/scienziato della famiglia”, Gaia 4 anni, la “nostra lettrice e ballerina” e Zoe 2 anni, “il sindaco”, con una capacità più unica che rara di decidere cosa fare e gestire i fratelli.

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