Ultima modifica 6 Ottobre 2016
Si aggira con fare cupo e passo felpato, a caccia di prodotti miracolosi nelle corsie della farmacia, è il neo papà.
Tutte lo abbiamo notato, almeno una volta, mentre attendiamo il nostro turno in farmacia e, tutte, gli abbiamo lanciato uno sguardo intenerito, ricordando di come anche noi, tempo addietro, abbiamo abusato di un esemplare molto simile a lui.
E’ il neo papà in missione presso l’oasi farmaceutica più vicina al covo dal quale una compagna dittatrice e un cucciolo urlante gli trasmettono ordini confusi e piani di azione irrealizzabili.
Sì, perché quando arriva un neonato in casa, nessuno va più al supermercato ma ogni risorsa economica viene destinata alla farmacia, nella speranza che l’investimento serva ad aggiudicarsi il prodotto miracoloso.
Quello che fa dormire il bambino per più di due ore, quello che gli fa fare la cacchina a comando, quello che cancella lo sguardo di disprezzo che la femmina rivolge proprio a lui, maschio, disposto a tutto pur di soddisfare le sue richieste.
Lui, il neo papà, è appena tornato dalla farmacia con una borsa piena di prodotti per il bagnetto, oli per la cute del neonato, emollienti per i capezzoli della mamma, tisane rilassanti come se piovesse e bodini che basterebbero per un orfanotrofio.
Ma lei non è ancora sazia, vuole di più: “Il bambino non dorme!
Corri in farmacia a prendere un ciuccio” Urla lei indemoniata “Va bene cara”, risponde lui intimidito. “No, aspetta, prendi 5 modelli di ciuccio, che non si sa mai! E poi prendimi gli assorbenti, quelli pants, eh, non quelli per lo slip. Ah che siano ultra. Già che ci sei, prendi il latte artificiale, quello Formula, con sei biberon.” Al che lui osa controbattere: “Ma il bambino lo allatti tu” Per poi tacere davanti alla ringhiosa risposta di lei: “Lo allatto adesso ma se mi il latte mi va via improvvisamente, non vorrai allattarlo per caso tu?”.
Così, con le orecchie basse e lo sguardo mesto, il neo papà si dirige nuovamente verso la farmacia ripassando, durante tutto il tragitto, parole a lui incomprensibili, per non rischiare di dimenticare qualcosa.
Entrato in farmacia, tutti lo notano. Sguardo disorientato e occhiaie fino al mento. Il farmacista lo punta subito con la pupilla a forma di Euro luccicante e lo tiene d’occhio, mentre serve i clienti in coda prima di lui. E’ come un macaco in una metropoli, alla ricerca di una liana qualsiasi che lo faccia sentire a casa ma l’unica cosa che gli è familiare è il dentifricio contro la parodontite.
Decide di portarsi avanti, perché un neo papà si nutre di soluzioni e non di attese. Così inizia il tour nelle corsie della farmacia. I ciucci li riconosce subito, senza alcun dubbio, e ne arraffa una decina, quello in offerta no, non lo vuole, “Sarà sicuramente una fregatura”, pensa lui, che solo fino alla settimana prima non comprava nulla se non era in volantino.
Arrivato nel reparto assorbenti viene schiaffeggiato da termini come “ultrasottile”, “con le ali”, “ergonomico”, “salva slip”, “incontinenza” e si riprende solo nel reparto pannolini, dove, indeciso sulla taglia da acquistare, opta per una fornitura completa, dai 3 ai 18 kg.
All’improvviso si imbambola davanti all’espositore dei profilattici. Non ricorda esattamente quale uso potrebbe fare di quegli aggeggi ma quelle scatole carine, così colorante, potrebbero piacere al suo piccolo che, fissandole, smetterebbe certamente di piangere. Sta per metterne una decina di confezioni nel carrello quando, per fortuna, un anziano signore si avvicina e, con fare sarcastico, gli sussurra all’orecchio: “Lasci stare, non servono più, ormai è troppo tardi per lei!”. Quelle parole lo fanno tornare in sé, guarda l’orologio e realizza, con terrore, di essersi attardato.
Arrivato il suo turno, il neo papà, preceduto dai suoi due carrelli, si rivolge al farmacista come si fa con un oracolo. Tutte le sue richieste sono esaudite, senza nemmeno il bisogno di parlare di prezzi. I carrelli sono ormai traboccanti ma il neo papà non resiste e tira fuori una lista di 360 domande a risposta multipla riguardanti materie come la neonatologia, la puericultura, la ginecologia, la psicologia e qualche cenno al misticismo. Intende rivolgerle tutte al farmacista, anche perché, il pediatra, da qualche giorno ha associato il suo numero alla suoneria del film “Lo Squalo” e al primo cenno di “Tan Tan Tan Tan” rifiuta la telefonata per evitare interrogatori serrati e ansiogeni.
L’astuto farmacista, però, conosce bene il tipo e riesce a volgere la situazione a proprio favore: “Non so dirle francamente che aspetto debba avere esattamente la pupu del suo bambino ma ho la soluzione per lei: si tratta di questo utilissimo strumento che, ad ogni evacuazione del piccolo, si occupa di prelevare un campione di feci, confezionarlo e tele trasportarlo direttamente all’ospedale pediatrico dove un team di esperti è in attesa di esaminarlo per farle avere, in poche ore, un report dettagliato.” Notando l’espressione interessata del cliente, il farmacista continua: “Costa solo 859 Euro e 90 centesimi, che faccio lascio?”
hahahaha bellissimo Francesca mi hai fatto morir dal ridere ahhaah è proprio vero, sono così!! senza contare il ritorno a casa e 1. aver certamente dimenticato qualcosa (magari mai detto, ma “ci potevi arrivare da solo no???” e 2. aver preso qualcosa di sbagliato