Ultima modifica 9 Maggio 2019
Alzi la mano chi conosce Quentin Blake? Come? Questo nome a qualcuno non dice niente? E se vi dico Roald Dahl?
Ah, ecco ora si che vi ricordate eh?
E’ l’illustratore di tutti i suoi fenomenali racconti e in Italia è conosciuto specialmente per questo motivo, ma qualche libro tutto suo c’è!
Uno di questi è Zagazoo.
Pubblicato in Inghilterra alla fine degli anni ’90, non si capisce come mai è stato tradotto in Italia soltanto alla fine del 2016 edito Camelozampa e praticamente dieci secondi dopo essere sbarcato nel nostro Paese vince il Premio Andersen 2017 come miglior albo illustrato.
Età di lettura dai 3 anni
La storia di Zagazoo è semplice, talmente semplice che è liberatoria, soprattutto per il genitore che lo legge, ma anche per il bambino che con un po’ di autocritica ci si rivede e ne ride.
George e Bella sono felici, innamorati, si godono le piccole cose di ogni giorno come fare le pulizie e o mangiare le fragole.
Molto politically correct il postino un giorno consegna loro un dono speciale.
Trovo geniale questa cosa del consegnare un pacco.
A ricordare che un bambino è sì un dono, ma che non in tutte le famiglie arriva nel modo “canonico”, così da includere tutti, ma proprio tutti in questa storia.
Insomma nel pacco, l’avete capito, c’è un bambino, bellissimo, dolcissimo con attaccato un cartellino: Si chiama Zagazoo.
Quanta gioia, quanto amore, quante risate e spensieratezza si porta dietro questo bambino, a riempire una casa in cui già regnavano gioia e amore.
Ma …
Zagazoo una mattina si trasforma in enorme pulcino di avvoltoio cacciando grida snervanti, poi in elefante maldestro e via via in bestie che mettono sempre più a dura prova la pazienza e le certezze dei due poveri George e Bella.
Ancora una volta, ma …
Quando i due genitori sono quasi pronti ad arrendersi, a sventolare bandiera bianca, ce l’hanno messa tutta, ma questo Zagazoo è davvero difficile da gestire, il piccolo mostriciattolo si trasforma in un cittadino modello!
L’albo non finisce così, la chiusura è molto dolce e anche spiritosa in pieno stile autorironico di Quentin Blake.
Zagazoo è un bambino strano, pensano i genitori, come mai è toccato a noi questo coso assurdamente trasformista mentre gli altri hanno deliziosi fagottini sorridenti, sembrano domandarsi George e Bella a ogni trasformazione.
Si vede che sono due bravi genitori, che però sono un po’ spiazzati e impreparati, forse si immaginavano solo i giochi e le risate, forse non potevano immaginarsi quanto fosse a volte snervante uno Zagazoo che ti sconvolge l’equilibrio.
George e Bella non si rendono neanche conto di quanto siano due genitori normalissimi alle prese con un normalissimo bambino.
Per quanto ogni persona che decide di diventare genitore sappia “in teoria” che un bambino piange e rompe tutto o che un adolescente è un mezzo orco scontroso, solo quando ci si trova davanti lo capisce davvero e il difficile è affrontare ogni giorno senza perdere la pazienza e la speranza che un giorno il duro lavoro sarà ripagato.
I bambini ridono come matti quando lo leggiamo e adesso mi capita di dire al monello di turno “mi sembri Zagazoo!” e subito i bambini si rimettono in riga.
Fa miracoli? Non lo so..
Ma quella che più beneficia della lettura di questo albo, forse sono proprio io che mi sento sollevata e rincuorata.
In realtà, infatti, credo che sia un libro per i genitori, soprattutto neo che spesso attraversano momenti di sconforto e non vedono la famosa luce in fondo al tunnel; ecco Blake ci ricorda che bisogna tener duro, godere dei momenti belli e non mollare in quelli difficili, che quando una famiglia è solida, si ama e ce la mette tutta i risultati arrivano e a quel punto il cerchio si chiuderà e … non vi resta che leggerlo e ridere tutti insieme!